L’ansia da prestazione sessuale

L’ansia che deriva dalle prestazioni sessuali rappresenta un problema molto diffuso nella società moderna; la sempre maggiore competizione, anche tra i sessi, così come la pressione mediatica riguardante tutto ciò che concerne il sesso, ha spesso come risultato la paura della prestazione, il timore di non piacere, di non essere abbastanza capaci, di non essere all’altezza del proprio partner.

La paura dell’eventuale insuccesso pone il soggetto in una condizione di difficoltà nello svolgere l’atto sessuale che egli teme di fallire; di conseguenza egli finisce per mettersi in una condizione di subalternità rispetto al partner sessuale che può valutarne la adeguata esecuzione. L’insicurezza della riuscita diventa causa sufficiente per la non riuscita.

Questo è il tipico caso in cui la persona si aspetta il fallimento, lo prevede, lo preannuncia; con tale premessa i comportamenti non saranno più liberi e vissuti in modo naturale e piacevole ma inadeguati e innaturali.

L’attenzione non viene più posta sull’effetto dei propri comportamenti sessuali ma sulle modalità dell’agire; il “come” prevale sul “cosa”, e la “riuscita” del gesto sul “gusto” di farlo. Gli atteggiamenti, i comportamenti e le convinzioni che ne seguono vanno tutti nella direzione dell’insuccesso e la probabilità che esso si verifichi sono molto alte.

A volte accade che l’ansia da prestazione sessuale spinga il soggetto a voler stupire, cercando di strafare, esagerando volutamente nella speranza che ciò possa cancellare il timore di fallire.

In realtà tale comportamento non fa altro che innalzare le aspettative della persona, rendendola ancora più esigente e sensibile ad ogni minimo segnale di insuccesso. L’ansia da prestazione sessuale causa, nell’uomo, problemi quali la disfunzione erettile e l’eiaculazione precoce. La terapia di questa forma di ansia mira ad intervenire sulle convinzioni della persona e sulle insicurezze che ne derivano.

Una volta individuati tali pensieri disadattivi inizia il percorso terapeutico teso a cancellarli e sostituirli con altri maggiormente funzionali. La persona imparerà, fra le altre cose, che l’insuccesso può accadere, e che quando ciò avviene è necessario prenderne atto evitando di attribuire ad esso significati eccessivamente negativi.

Questo processo è teso al ridimensionamento del significato dell’insuccesso, il quale non deve più rappresentare una sconfitta, un fallimento, un difetto, ma un’occasione di riflessione che può aiutare a riappropriarsi di un modo più sano e naturale di vivere le cose.

ciò che la persona affetta da ansia da prestazione sessuale dimentica, quindi, non è solamente il fatto che un insuccesso non rappresenta un evento necessariamente drammatico, ma anche che la sua identità non dipende dalla sua performance, così come il suo rapporto con il partner, e che l’idea che questo ha di lui e della loro relazione non verrà stravolta a causa di un ‘fallimento’, il quale, appunto, potrà invece rappresentare un momento di riflessione e di maggiore unione della coppia, di comprensione e reciproca accettazione.