E’ di particolare interesse nei tempi che viviamo studiare ed enucleare i concetti basilari della teoria dell’apprendimento sociale dello psicologo canadese A. Bandura. Egli si distacca dalla psicologia comportamentista fondata da J.B. Watson nel 1913 col nome di behaviorismo (behaviour = condotta) per orientare i suoi studi verso i processi cognitivi che determinano l’adattamento dell’individuo all’ambiente nel quale vive e opera. Mentre i behavioristi studiano i comportamenti solo attraverso l’osservazione delle reazioni agli stimoli dati, Bandura analizza i processi mentali attivi che si verificano quando l’individuo interagisce con l’ambiente. Lo stesso psicologo tuttavia, pur collegandosi ai cognitivisti i quali si interessano alle dinamiche mentali che rendono l’uomo capace di elaborare le informazioni ed essere libero di scegliere e decidere, riesce ad ampliare e integrare questi presupposti teorici sottolineando l’importanza delle strutture sociali come prodotto delle persone che le costituiscono.
Di particolare rilevanza è il concetto di “modellamento”(modeling) che spiega come l’apprendimento avvenga anche attraverso l’osservazione di altre persone che rappresentano il modello. L’esperimento eseguito dallo stesso psicologo con una bambola gonfiabile ( Bobo) in situazioni completamente diverse ( una di “controllo” in cui il pupazzo era ignorato e l’altra in cui era aggredito con pugni e calci) ci fa capire l’importanza dell’imitazione e lo stretto rapporto tra la persona che funge da modello e quella che si lascia modellare da essa. Infatti i bambini che avevano osservato i comportamenti aggressivi verso la bambola li riproducevano esattamente mentre gli altri si comportavano normalmente. L’esperimento di Bandura spiega secondo modelli imitativi il comportamento aggressivo dei bambini che hanno imparato dalla famiglia forme di comunicazione improntate alla violenza. Questo studio sottolinea l’importanza dell’apprendimento sociale che riesce a formare personalità aggressive o serene in diversi ambienti di vita.
Secondo Bandura l’individuo è tuttavia in grado di agire attivamente operando trasformazioni nel contesto in cui è inserito e di venire dallo stesso modificato (determinismo reciproco). La persona, il comportamento e l’ambiente rappresentano i nuclei di una triade in dinamica interazione e influenza reciproca bidirezionale. La capacità decisionale dell’individuo e il suo potere di modificare la condotta in situazioni di vita diverse rappresenta quella che lo stesso psicologo chiama agenticità . “ L’agenticità è la facoltà di far accadere le cose, di intervenire sulla realtà, di esercitare un potere causale”. Chi riesce a cogliere il vantaggio dalle varie opportunità che la vita gli offre è capace di interagire con l’ambiente alimentando le sue potenzialità e acquistando un sempre maggiore livello di gratificazione personale. Questo livello di accettazione e consapevolezza viene chiamato da Bandura autoefficacia. “ Le persone attraverso meccanismi di agenticità personale contribuiscono a determinare il loro funzionamento psicosociale. E nessun meccanismo di agenticità è più importante o pervasivo delle convinzioni di autoefficacia”.
L’esperienza rafforza o indebolisce il senso di autoefficacia mediante :
– l’apprendimento sociale di modellamento ( imitazione di comportamenti osservabili)
– esperienze comportamentali in cui l’individuo gestisce le proprie scelte
– stimoli e sollecitazioni verbali tesi a sperimentare competenze e potenzialità personali.
– situazioni psico-fisiologiche in cui il soggetto riesce a valutare la propria forza o debolezza modificando opportunamente la propria condotta.
La teoria sociale-cognitiva di A. Bandura riesce a fornirci un quadro completo e significativo dell’individuo e della società in cui la persona, nella sua unicità costituita da fattori cognitivi, affettivi e biologici interagisce con la struttura sociale di appartenenza, da cui la propria condotta è orientata ma non condizionata. “ Si dice che la persona è agente causale quando agisce sull’ambiente ma che è anche oggetto quando riflette e agisce su di sé”. Il modellamento, l’agenticità e l’autoefficacia possono rappresentare importanti finalità educative in ambito didattico. Soprattutto l’autoefficacia riesce a migliorare l’impegno cognitivo e le relative prestazioni contribuendo a sviluppare la personalità che in questo modo è in grado di raggiungere competenze e abilità necessarie per il futuro inserimento nella società. Le opportunità che la vita offre diventano occasioni di crescita personale che tendono a migliorare l’autonomia e la sicurezza nelle scelte.
Laura Alberico
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Bibliografia:
A. Bandura “ Autoefficacia” ( teoria e applicazioni) – Erickson