- Emozioni, cosa sono
La parola emozione deriva dal latino “moveo” con l’aggiunta del prefisso “e” muoversi da, per indicare che in ogni emozione è implicito un movimento.
Le emozioni possono essere definite stati affettivi intensi che insorgono improvvisamente in relazione ad uno stimolo esterno o interno e vengono sperimentate fino a quando lo stimolo non scompare. Queste caratteristiche le distinguono dai sentimenti che invece sono stati interni duraturi nel tempo, non dipendono da uno stimolo temporaneo ma dai nostri interessi, dai nostri valori. Ad esempio possiamo considerare emozione il piacere che proviamo alla vista di un bell’uomo o di una bella donna, ma appena la persona si allontana da noi la nostra reazione emotiva si attenua. Questa attrazione si trasforma in sentimento nel momento in cui iniziamo a pensare a qualcuno anche quando non è vicino a noi, desideriamo incontrarlo, trascorrere del tempo insieme, valutiamo che potremmo essere in sintonia perché condividiamo delle idee, delle abitudini.
Le emozioni quando compaiono in noi provocano una serie di reazioni a livello fisiologico e psichico. Le risposte somatiche possono essere direttamente osservate attraverso manifestazioni fisiche; a livello psicologico, una persona molto emozionata riduce la capacità di autocontrollo, di ragionare in modo logico e critico. Le emozioni si basano sull’attività del cervello antico, formatosi prima della neo-corteccia sede del ragionamento e delle attività più evolute, sono la parte più istintiva e spontanea, con l’educazione culturale impariamo a reprimerle scegliendo l’intelletto.
- quali sono
Sono cinque le emozioni: rabbia, tristezza, gioia e paura, disgusto. Sono definite emozioni fondamentali in quanto strettamente connesse con la nostra sopravvivenza, universalmente riconosciute, quindi riconoscibili attraverso l’espressione facciale in tutte le culture, già presente nei bambini piccoli e nei primati umani.
- quale è la loro funzione nella vita
Le emozioni hanno la funzione di preservare la nostra sopravvivenza, permettendoci di valutare nell’immediato se uno stimolo ci sorprende, ci piace oppure è spiacevole, se può esserci utile o procurare danno ed infine, se siamo in grado di affrontarlo o è meglio allontanarsi da esso.
Paura
Il vissuto fenomenologico tipico è segnato da forte desiderio di evitare qualcosa che può essere un pericolo e procurare danno materiale, psicologico e fisico. Altri elementi costanti dell’esperienza di paura sono: la tensione, che può giungere fino ad una sorta di immobilità e il restringimento dell’attenzione ad una parte limitata dell’esperienza. La paura viene espressa con una particolare espressione facciale caratterizzata da: bocca semi-aperta con gli angoli verso il basso, occhi sbarrati cioè aperti e fissi. L’espressione può restare statica per qualche istante.
Gioia
La gioia si manifesta in seguito alla gratificazione e appare come l’emozione che segue il soddisfacimento di una richiesta o la realizzazione di un desideri, un’improvvisa bella notizia, l’incontro con una persona cara, un successo o un giudizio positivo, la cessazione di uno stato doloroso, l’innamoramento.
Tristezza
La tristezza comunica che si sta vivendo uno stato doloroso; la risposta espressiva alla tristezza è caratterizzata da una postura accasciata, dall’eloquio lento o con bassa frequenza, pianto.
Rabbia
Insieme alla gioia la rabbia rappresenta una delle più precoci fra le emozioni.
Ciò che può provocare rabbia sono la presenza di un impedimento al soddisfacimento di un desiderio o bisogno e il poter subire un danno. Diversamente dalla paura in cui l’individuo può bloccarsi fino alla paralisi muscolare, la rabbia invece, porta all’azione ossia ad aggredire, ad andare verso l’ostacolo o verso l’oggetto fonte di pericolo per eliminarli in modo che, possa raggiungere l’obiettivo per soddisfare il suo bisogno, oppure per evitare il danno.
Disgusto
Il termine disgusto trasmette il suo significato originario di sgradevolezza connessa con l’ingerimento del cibo. Si tratta di un’emozione di base con distinte componenti comportamentali (tentativi di fuga o evitamento) cognitive (sensazione di sporcizia e contaminazione) e fisiologiche (nausea, vomito e svenimento), la cui funzione è quella di prevenire contaminazioni e malattie. Ciò nonostante l’emozione del disgusto insorge anche in assenza di stimolazioni delle papille gustative, in risposta ad altri stimoli visivi, olfattivi e tattili che fanno parte dell’esperienza complessa di piacere-dispiacere che è associata al cibo. E’ interessante notare che la vista, l’olfatto ed il tatto, veicoli privilegiati dell’esperienza di disgusto sono anche i sensi che trasmettono le esperienze estetiche.
Il disgusto ha un valore funzionale, cioè protegge dal rischio di entrare in contatto o di ingerire sostanze dannose. Ciò che causa disgusto varia da cultura a cultura piuttosto che da individuo a individuo.
- la loro relazione con il benessere psicologico: evitamento delle emozioni.
Attraverso l’esperienza clinica osservo che molte persone riportano sintomi fisici la cui origine è di natura psicologica, nello specifico: quando una persona non si dà il permesso di vivere le emozioni internamente, di comunicarle apertamente, di essere spontaneo per motivi appresi inconsapevolmente o per messaggi inibenti di altra natura, si crea un carico emozionale che prende vita attraverso sintomi fisici o gravi malattie. La psiche, trascurata manda segnali di malessere attraverso il corpo. Mente e corpo, psiche e soma sono connessi, comunicano e si influenzano a vicenda. In medicina e in psicologia questi sintomi vengono definiti psicosomatici e possono manifestarsi in diversi organi e apparati. Ogni area del corpo che la psiche sceglie come canale alternativo per comunicare, ha un significato, è una rappresentazione simbolica, una metafora della psiche; il perché in un individuo si manifesti un dato sintomo, o una serie di sintomi e non altri, dipende dalla sua storia.
- come ripristinare il benessere psicologico
Bisogna rivolgersi ad un esperto che sappia lavorare con questo tipo di sintomi, usando interventi adatti, che hanno lo scopo di portare fuori quanto è bloccato, ripristinando la salute psicofisica.