Lo stato del malessere psicologico in Italia – 2024

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Introduzione

Il benessere psicologico è un tema di crescente importanza in Italia, evidenziato anche dall’incremento delle ricerche online relative a psicologi, psicoterapeuti e servizi di supporto mentale negli ultimi anni post pandemia. L’analisi dei dati sui capoluoghi di provincia e le regioni italiane offre una panoramica della distribuzione del disagio percepito nel paese.

L’indice di malessere è stato calcolato in base al rapporto tra la popolazione e il numero ponderato di ricerche legate alla salute mentale, permettendo di misurare la domanda di supporto psicologico su base territoriale. Questo articolo si concentra su un’analisi quantitativa e non qualitativa dei dati, per comprendere come il malessere psicologico sia distribuito in Italia e quali regioni mostrino un livello di ‘disagio’ maggiore.

Dai dati raccolti emerge una netta differenziazione tra i capoluoghi di provincia italiani. Mentre alcune città mostrano un disagio psicologico marcato, altre presentano un livello di malessere molto più contenuto. I risultati evidenziano tendenze specifiche sia nelle grandi città che nei piccoli centri.

Le regioni più industrializzate e urbanizzate non sempre presentano i livelli più alti di malessere, suggerendo che la richiesta di servizi di supporto psicologico possa dipendere sia dalle dinamiche socio-economiche locali che dalla consapevolezza delle risorse di supporto disponibili, sia nel capoluogo che nei comuni minori limitrofi (spesso carenti).

Popolazione e Ricerche Online: Un Quadro Generale

Il confronto tra le diverse zone d’Italia rivela significative differenze nel malessere psicologico percepito. Il Nord, con una popolazione dei suoi capoluoghi di provincia di 7.663.045 abitanti, registra il più alto indice di malessere psicologico, pari al 2,44%, e un totale di 187.167 ricerche relative al supporto psicologico. Questo dato riflette una domanda di servizi di salute mentale più elevata rispetto alle altre aree, probabilmente influenzata dalle maggiori pressioni socio-economiche e dal ritmo di vita più intenso, frenetico e a volte ‘dissociato’ nelle regioni settentrionali.

Il Sud, con una popolazione nei suoi cqpoluoghi di 5.063.290 abitanti, presenta un indice di malessere pari all’1,82%, leggermente superiore a quello del Centro. Le ricerche totali ammontano a 91.930, indicando una certa preoccupazione per la salute mentale, sebbene meno pronunciata rispetto al Nord.

Il Centro Italia, con 4.976.497 abitanti e un totale di 87.040 ricerche, ha l’indice di malessere più basso, pari all’1,75%. Questo potrebbe suggerire un livello di disagio psicologico relativamente contenuto in questa area, dove le dinamiche socio-culturali e la qualità della vita potrebbero avere un impatto minore sulla percezione del malessere psicologico rispetto al Nord e al Sud del Paese.

A livello regionale, i dati aggregati mostrano una significativa variabilità nel malessere psicologico percepito. La Lombardia emerge con il più alto indice di malessere psicologico (3,05%): l’elevato numero di ricerche potrebbe essere correlato alla maggiore consapevolezza e accessibilità delle risorse online per la salute mentale, ma anche ad una maggiore pressione sociale e lavorativa.

Segue il Piemonte con un indice del 2,80%, caratterizzato anch’esso da un’elevata richiesta di servizi di salute mentale, soprattutto nelle aree urbane. Sardegna e Veneto presentano indici simili, rispettivamente del 2,65% e del 2,33%, con una distribuzione più uniforme del disagio psicologico tra i vari capoluoghi.

Al di sotto troviamo regioni come la Toscana (2,11%) e l’Emilia-Romagna (2,03%), che mantengono comunque un livello rilevante di malessere. Al contrario, regioni come la Calabria (1,17%) e il Molise (1,10%) mostrano indici sensibilmente inferiori, segnalando una percezione del malessere psicologico meno marcata rispetto al Nord e al Centro Italia.

Le ‘peggiori’ e le ‘migliori’

La “top 10” dei capoluoghi con il più alto indice di malessere psicologico in Italia è guidata da Enna (5,07%), che presenta il livello più elevato di disagio percepito. Segue Pisa con un indice del 4,58%, mentre Bergamo chiude il podio con il 4,43%. Al quarto posto si trova Pavia (3,87%), seguita da Cagliari (3,80%), che rappresenta la Sardegna. Pescara (3,73%) e diverse città lombarde come Lecco e Brescia (entrambe al 3,63%) condividono un elevato livello di malessere, alla pari con Bologna, che registra lo stesso valore. Infine, Caserta chiude la classifica con un indice del 3,54%, rappresentando il disagio psicologico più marcato della Campania.

La “best 10” dei capoluoghi con il più basso indice di malessere psicologico in Italia è dominata da Carbonia, con un indice di appena 0,24%, riflettendo un livello di disagio psicologico molto contenuto. Carrara segue con il 0,31%, mentre L’Aquila si colloca al terzo posto con un indice del 0,45%. Forlì e Massa registrano valori simili, rispettivamente dello 0,46% e dello 0,57%. Al sesto posto si trova Trani con un indice dello 0,61%, seguita da Imperia (0,63%) e Crotone (0,68%). Rieti (0,80%) e Venezia (0,85%) completano la classifica, mostrando livelli di malessere psicologico tra i più bassi d’Italia, riflettendo una percezione del disagio psicologico ridotta rispetto ad altre città.

La Situazione a Livello Regionale

Abruzzo

In Abruzzo, la situazione del malessere psicologico varia significativamente tra i capoluoghi di provincia. Pescara si distingue con un indice di malessere del 3,73%, il più alto della regione, e un totale di 4.427 ricerche relative al supporto psicologico su una popolazione di 118.634 abitanti. Questo dato riflette un disagio percepito notevole nella città costiera.

Chieti segue con un indice di 1,78%, mentre Teramo registra un malessere inferiore (1,46%), mostrando una domanda moderata di servizi psicologici. Infine, L’Aquila, il capoluogo regionale, presenta l’indice di malessere più basso, pari allo 0,45%, con solo 315 ricerche, suggerendo una percezione del disagio psicologico molto più contenuta rispetto alle altre città abruzzesi.

Basilicata

In Basilicata, i capoluoghi di provincia mostrano livelli di malessere psicologico relativamente contenuti. Potenza, con una popolazione di 64.119 abitanti, registra un indice di malessere dell’1,51%, con 970 ricerche legate al supporto psicologico, indicando una moderata domanda di servizi di salute mentale.

Matera, pur avendo una popolazione simile (59.620 abitanti), presenta un indice di malessere leggermente inferiore, pari all’1,20%, con 712 ricerche. Questi dati riflettono una percezione del disagio psicologico complessivamente stabile e moderata nella regione.

Calabria

In Calabria, l’analisi dei capoluoghi di provincia rivela una variabilità significativa nel malessere psicologico percepito. Cosenza emerge con l’indice più elevato della regione, pari al 2,18%, con 1.390 ricerche relative al supporto psicologico su una popolazione di 63.693 abitanti.

Vibo Valentia segue con un indice dell’1,09%, mentre Reggio Calabria, la città più popolosa della regione, registra un indice leggermente inferiore, pari all’1,06%, nonostante le 1.802 ricerche. Catanzaro, il capoluogo regionale, presenta un indice di malessere dell’1,00%, con 842 ricerche, riflettendo una domanda più contenuta di servizi di supporto psicologico.

Infine, Crotone ha l’indice più basso tra i capoluoghi calabresi, pari allo 0,68%, con solo 397 ricerche, suggerendo un livello di disagio percepito più moderato rispetto alle altre città della regione.

Campania

In Campania, il malessere psicologico varia considerevolmente tra i capoluoghi di provincia. Caserta registra l’indice più alto, pari al 3,54%, con 2.563 ricerche ponderate su una popolazione di 72.485 abitanti, indicando una forte domanda di supporto psicologico.

Salerno segue con un indice dell’1,95%, leggermente superiore a quello di Napoli, che, pur avendo la popolazione più numerosa (911.697 abitanti), presenta un indice di malessere dell’1,90%, con 17.302 ricerche totali.

Avellino e Benevento mostrano indici più contenuti, rispettivamente dell’1,58% e dell’1,29%, riflettendo un disagio psicologico percepito inferiore rispetto a Caserta e Salerno, ma comunque rilevante.

Emilia Romagna

In Emilia-Romagna, i capoluoghi di provincia presentano livelli di malessere psicologico diversificati. Bologna si distingue con l’indice di malessere più alto della regione, pari al 3,63%, con 14.163 ricerche ponderate su una popolazione di 390.518 abitanti, riflettendo una forte domanda di supporto psicologico.

Modena segue con un indice del 2,40%, mentre Parma (1,94%) e Piacenza (1,90%) mostrano livelli di disagio simili, pur essendo città di dimensioni diverse. Reggio Emilia (1,51%) e Ferrara (1,39%) registrano indici più contenuti, ma comunque rilevanti.

Le città di Ravenna (1,30%) e Rimini (1,25%) evidenziano un malessere moderato, mentre Cesena presenta un indice leggermente inferiore, pari all’1,23%. Infine, Forlì ha l’indice più basso della regione (0,46%), con solo 533 ricerche, segnalando una percezione del disagio psicologico molto più contenuta rispetto agli altri capoluoghi dell’Emilia-Romagna.

Friuli Venezia Giulia

In Friuli-Venezia Giulia, i livelli di malessere psicologico variano tra i capoluoghi di provincia. Udine registra l’indice di malessere più alto della regione, pari al 2,37%, con 2.333 ricerche ponderate su una popolazione di 98.430 abitanti, riflettendo una significativa domanda di supporto psicologico.

Pordenone segue con un indice del 2,18%, evidenziando anch’essa un disagio psicologico percepito piuttosto elevato rispetto agli altri capoluoghi. Gorizia mostra un indice di 1,64%, con 552 ricerche su una popolazione di 33.728 abitanti, mentre Trieste, nonostante la popolazione maggiore (199.400 abitanti), presenta l’indice più basso della regione, pari all’1,44%, con 2.867 ricerche.

Lazio

Nel Lazio, l’indice di malessere psicologico varia tra i diversi capoluoghi. Viterbo presenta l’indice più alto della regione, pari all’1,82%, con 1.204 ricerche ponderate su una popolazione di 66.241 abitanti. Roma, la città più popolosa con 2.754.719 abitanti, mostra un indice di malessere dell’1,65%, sostenuto da ben 45.517 ricerche, indicando una significativa domanda di supporto psicologico, anche se il malessere è meno concentrato rispetto a Viterbo.

Frosinone e Latina presentano indici più contenuti, rispettivamente dell’1,48% e dell’1,42%, mentre Rieti ha l’indice di malessere più basso della regione, pari allo 0,80%, con solo 362 ricerche su una popolazione di 45.273 abitanti.

Liguria

In Liguria, l’analisi del malessere psicologico mostra una significativa variabilità tra i capoluoghi di provincia. Savona presenta l’indice di malessere più alto, pari all’1,92%, con 1.128 ricerche ponderate su una popolazione di 58.620 abitanti, suggerendo un disagio percepito elevato.

Genova, il capoluogo regionale e la città più popolosa, registra un indice dell’1,62%, con 9.087 ricerche su una popolazione di 561.947 abitanti, riflettendo una domanda significativa di supporto psicologico, sebbene meno concentrata rispetto a Savona.

La Spezia mostra un indice più contenuto, pari all’1,42%, con 1.319 ricerche su 92.715 abitanti. Imperia, con un indice di malessere dello 0,63%, presenta il valore più basso tra i capoluoghi liguri, con solo 267 ricerche, indicando una percezione del disagio psicologico più contenuta rispetto agli altri capoluoghi della regione.

Lombardia

In Lombardia, i capoluoghi di provincia mostrano livelli di malessere psicologico significativi, con Bergamo che registra l’indice più elevato, pari al 4,43%, riflettendo una forte domanda di supporto psicologico su una popolazione di 120.504 abitanti. Pavia segue con un indice del 3,87%, e sia Lecco che Brescia condividono un indice di malessere del 3,63%, evidenziando un disagio psicologico particolarmente accentuato.

Milano, la città più popolosa della regione, presenta un indice del 3,08% con ben 42.260 ricerche ponderate, a dimostrazione di una forte domanda di supporto psicologico, anche se distribuita su una vasta popolazione. Mantova, con un indice del 2,93%, si distingue anch’essa per un malessere percepito rilevante.

Città come Varese (2,49%), Como (2,45%) e Monza (2,12%) mostrano anch’esse indici significativi, pur restando al di sotto dei picchi più alti. Infine, città come Cremona (1,69%), Lodi (1,53%) e Sondrio (1,38%) presentano valori più contenuti, suggerendo una percezione del disagio psicologico leggermente inferiore rispetto ai grandi centri lombardi.

Marche

Nelle Marche, il malessere psicologico varia tra i capoluoghi di provincia. Urbino emerge con l’indice più alto della regione, pari al 3,46%, nonostante la popolazione ridotta di 13.839 abitanti, indicando un disagio percepito elevato in rapporto alle dimensioni della città. Macerata segue con un indice del 1,96%, mentre Ancona, il capoluogo regionale, registra un valore leggermente inferiore, pari all’1,78%, con 1.771 ricerche ponderate su una popolazione di 99.239 abitanti.

Pesaro presenta un indice di malessere più contenuto, pari all’1,44%, mentre Fermo e Ascoli Piceno registrano i livelli più bassi della regione, rispettivamente con un indice dell’1,04% e dello 0,93%, indicando una percezione del disagio psicologico minore rispetto agli altri capoluoghi marchigiani.

Molise


In Molise, il malessere psicologico è relativamente contenuto rispetto ad altre regioni italiane. Campobasso, il capoluogo regionale, registra un indice di malessere dell’1,13%, con 538 ricerche ponderate su una popolazione di 47.449 abitanti, indicando una moderata domanda di supporto psicologico.

Isernia, con una popolazione inferiore pari a 20.731 abitanti, mostra un indice leggermente più basso, pari all’1,02%, con 212 ricerche. Questi dati riflettono un disagio psicologico percepito moderato e piuttosto uniforme nei due capoluoghi della regione.

Piemonte


In Piemonte, il malessere psicologico è particolarmente marcato nei principali centri urbani. Torino si distingue con un indice del 3,32%, sostenuto da 28.097 ricerche ponderate su una popolazione di 846.926 abitanti, riflettendo una forte domanda di supporto psicologico. Tra i capoluoghi più piccoli, Biella presenta un indice elevato del 2,71%, seguita da Novara con il 2,52%.

Le città di medie dimensioni, come Cuneo (1,70%) e Alessandria (1,56%), mostrano un malessere psicologico percepito meno acuto rispetto a Torino, ma comunque significativo. Vercelli (1,40%) e Asti (1,32%) registrano livelli più contenuti, mentre Verbania, con un indice dell’1,03%, presenta il malessere psicologico più basso tra i capoluoghi piemontesi, indicando una percezione del disagio minore rispetto agli altri centri della regione.

Puglia


In Puglia, il malessere psicologico è distribuito in modo variegato tra i capoluoghi di provincia. Lecce registra l’indice più elevato della regione, pari al 3,03%, con 2.864 ricerche ponderate su una popolazione di 94.434 abitanti, segnalando una forte richiesta di supporto psicologico. Bari, il capoluogo regionale e la città più popolosa, segue con un indice del 2,77%, sostenuto da 8.772 ricerche, mostrando anch’essa una domanda significativa.

Andria presenta un indice di malessere dell’1,93%, mentre Foggia (1,38%) e Taranto (1,36%) evidenziano livelli di disagio più moderati. Barletta (1,26%) e Brindisi (1,08%) registrano indici relativamente contenuti. Trani chiude la classifica regionale con l’indice di malessere più basso, pari allo 0,61%, indicando una percezione del disagio psicologico inferiore rispetto agli altri capoluoghi pugliesi.

Sardegna


In Sardegna, il malessere psicologico varia significativamente tra i capoluoghi di provincia. Cagliari presenta l’indice di malessere più alto della regione, pari al 3,80%, con 5.601 ricerche ponderate su una popolazione di 147.378 abitanti, riflettendo una forte domanda di supporto psicologico. Oristano segue con un indice del 2,47%, segnalando un livello di disagio psicologico percepito relativamente elevato, nonostante la sua popolazione più ridotta.

Sassari presenta un indice del 2,22%, evidenziando anch’essa un certo livello di malessere psicologico, mentre Nuoro ha un indice più contenuto, pari all’1,23%, con 413 ricerche su 33.611 abitanti. Carbonia, infine, mostra il livello più basso di malessere percepito in Sardegna, con un indice dello 0,24% e solo 62 ricerche, indicando una percezione del disagio psicologico molto limitata rispetto agli altri capoluoghi dell’isola.

Sicilia


In Sicilia, l’indice di malessere psicologico varia notevolmente tra i capoluoghi di provincia. Enna si distingue con l’indice più alto della regione, pari al 5,07%, riflettendo un forte disagio psicologico nonostante la popolazione ridotta (25.367 abitanti). Catania, con 298.209 abitanti, mostra un indice di 2,08%, segnalando una domanda significativa di supporto psicologico.

Messina registra un indice dell’1,73%, mentre Palermo, il capoluogo regionale e la città più popolosa della Sicilia, presenta un indice dell’1,48%, sostenuto da 9.327 ricerche ponderate, nonostante la sua vasta popolazione.

Città come Agrigento (1,18%), Siracusa (1,12%), Trapani (1,07%), Ragusa (1,06%) e Caltanissetta (1,03%) mostrano indici di malessere più contenuti, riflettendo un disagio percepito moderato rispetto a Enna e Catania, ma comunque significativo nelle varie aree della regione.

Toscana


In Toscana, il malessere psicologico presenta variazioni significative tra i capoluoghi di provincia. Pisa si colloca al primo posto con un indice di malessere del 4,58%, con 4.094 ricerche ponderate su una popolazione di 89.371 abitanti, segnalando una domanda elevata di supporto psicologico. Firenze, il capoluogo regionale, segue con un indice del 3,17%, riflettendo anch’essa una forte richiesta di servizi psicologici, sostenuta da 11.550 ricerche.

Città come Siena (2,34%) e Pistoia (2,14%) presentano anch’esse livelli significativi di disagio percepito, mentre Lucca registra un indice dell’1,91%. Arezzo (1,58%) e Grosseto (1,54%) mostrano indici più contenuti ma comunque rilevanti.

Città più grandi come Livorno (1,39%) e Prato (1,14%) hanno indici più bassi rispetto a Pisa e Firenze. Infine, Massa e Carrara presentano gli indici di malessere più bassi della regione, rispettivamente dello 0,57% e dello 0,31%, suggerendo una percezione del disagio psicologico nettamente inferiore rispetto agli altri capoluoghi toscani.

Trentino Alto Adige


In Trentino-Alto Adige, i capoluoghi di provincia mostrano un malessere psicologico distribuito in modo diverso.

Trento presenta un indice di malessere più elevato, pari al 2,66%, con 3.161 ricerche ponderate su una popolazione di 118.886 abitanti, indicando una domanda significativa di supporto psicologico.

Bolzano, invece, mostra un indice del 1,35%, riflettendo una percezione del disagio psicologico meno accentuata, con 1.438 ricerche su una popolazione di 106.564 abitanti.

Umbria


In Umbria, il malessere psicologico è moderato nei due capoluoghi di provincia. Perugia registra un indice di malessere dell’1,64%, con 2.660 ricerche ponderate su una popolazione di 162.527 abitanti, indicando una domanda significativa di supporto psicologico.

Terni, con un indice dell’1,29% e 1.378 ricerche su 106.677 abitanti, mostra un livello di disagio percepito inferiore rispetto a Perugia. Nel complesso, il malessere psicologico in Umbria risulta contenuto, ma con una leggera prevalenza nella città di Perugia rispetto a Terni.

Val d’Aosta


In Valle d’Aosta, l’unico capoluogo, Aosta, registra un indice di malessere psicologico dell’1,59%. Con 528 ricerche ponderate su una popolazione di 33.176 abitanti, questo dato indica una moderata domanda di supporto psicologico nella regione.

Nonostante la sua piccola dimensione, il malessere percepito ad Aosta è comparabile a quello di altre città italiane di medie dimensioni, suggerendo una preoccupazione per il benessere mentale anche in questo territorio alpino.

Veneto


In Veneto, il malessere psicologico è più pronunciato in alcune città rispetto ad altre. Treviso e Padova mostrano indici simili, rispettivamente del 3,47% e del 3,45%, con una forte domanda di supporto psicologico in rapporto alla popolazione. Vicenza e Verona seguono con indici di 2,71% e 2,62%, riflettendo anch’esse livelli elevati di disagio percepito.

Belluno, con un indice dell’1,98%, mostra un livello di malessere inferiore rispetto ai grandi centri, ma comunque rilevante. Rovigo registra un indice più contenuto, pari all’1,19%. Venezia, nonostante la sua grande popolazione (250.369 abitanti), presenta l’indice di malessere più basso della regione, pari allo 0,85%, suggerendo una percezione del disagio psicologico meno accentuata rispetto agli altri capoluoghi veneti.

Conclusioni

L’analisi dei dati relativi al malessere psicologico nei capoluoghi italiani ci offre una visione chiara della distribuzione quantitativa delle ricerche legate al supporto psicologico. Tuttavia, questa analisi non consente di trarre conclusioni qualitative sulla reale condizione di benessere mentale nelle diverse città. I dati raccolti indicano solo il numero di ricerche effettuate, ma non possono rivelare la profondità o la natura del disagio, né le motivazioni personali che spingono gli individui a cercare aiuto. Inoltre, non è possibile distinguere tra una maggiore consapevolezza e accessibilità ai servizi psicologici e un effettivo aumento del malessere psicologico.

Diversi fattori potrebbero influenzare la ricerca di supporto psicologico. In regioni come la Lombardia ad esempio, caratterizzate da un ambiente fortemente urbanizzato, alti livelli di traffico e ritmi di vita intensi, è plausibile che vi sia una maggiore consapevolezza dell’importanza della salute mentale e un accesso più agevole ai servizi. Tuttavia, questi stessi fattori sociali, ambientali ed economici – come lo stress causato dalla vita frenetica, la pressione economica e l’inquinamento – potrebbero contribuire a un reale aumento del malessere psicologico. Allo stesso modo, regioni meno urbanizzate potrebbero presentare un numero inferiore di ricerche non tanto per un minore bisogno di supporto, ma per una minore consapevolezza o difficoltà di accesso ai servizi.

È importante considerare anche che il malessere psicologico può essere influenzato da fattori come la qualità delle relazioni sociali, la struttura del tessuto economico locale, la disponibilità di supporto familiare, e le condizioni climatiche e ambientali. Ad esempio, in alcune regioni più tranquille e con una qualità della vita più elevata, il disagio percepito potrebbe essere minore, mentre in aree con maggiori diseguaglianze sociali ed economiche, la ricerca di supporto psicologico potrebbe essere più frequente.

Pertanto, l’interpretazione di questi dati richiede cautela, poiché non riflettono necessariamente l’intero panorama del benessere psicologico, ma piuttosto una combinazione di consapevolezza, accesso ai servizi e condizioni sociali, ambientali ed economiche specifiche di ciascuna regione.

Per il Futuro

Contiamo di svolgere in futuro un’analisi più approfondita, confrontando questi dati magari con indagini sul campo, coinvolgendo professionisti della salute mentale e utilizzando dati epidemiologici più dettagliati. Inoltre, l’analisi potrebbe essere ampliata includendo variabili socioeconomiche, che potrebbero fornire ulteriori insight sulle cause del malessere psicologico nelle diverse regioni….

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