Ansia, ansia, ANSIA! Volete sapere che cos’è l’ansia?
Senza ansia… leggete le poche righe qui sotto.
Avete presente quei documentari sugli animali dell’Africa? Ciò che mi ha sempre colpito dei documentari sull’Africa, è vedere la gazzella che, tranquilla tranquilla, si bruca la sua erbetta nella savana, mentre, a pochi metri , il leone se la ronfa beato all’ombra di un albero. Cavolo, c’è il leone lì a due passi e la gazzella se ne infischia… mah…
Succede, però, che al leone venga fame (non un languorino da noia, il leone mangia quando ha fame!): si alza da sotto l’albero, iniziano a girargli le scatole e comincia la caccia… La gazzella drizza le orecchie, annusa l’aria e capisce che c’è un pericolo (era ora!) , smette di mangiare, diventa inquieta, la sua temperatura corporea si alza, il cuore le batte più forte, i suoi muscoli sono contratti e, non appena il leone si palesa, scappa a gambe levate! Succede sempre, nei documentari, che qualche gazzella zoppa o cucciola o solo un po’ più rimbambita, finisca tra gli artigli del leone, che se la pappa di gusto! Poi, tutto torna tranquillo: il leone si sdraia di nuovo sotto l’alberello e la gazzella, placida, torna brucare la sua erbetta. Non è mica vero che si sveglia tutte le mattine pensando di dover correre più veloce del leone , non ci pensa proprio! Bruca l’erbetta, al mattino, la gazzella…
Ora pensiamo a noi: immaginiamo di trovarci nudi e senza alcun utensile nella savana… eh be’…facciamo un po’ ridere, gente: spelacchiati, con una vista, un udito e un olfatto ridicoli rispetto a molti mammiferi, cosa che, se ci vien fame, col piffero che la pigliamo la gazzella! Lenti, con le unghiette morbide e i dentini che ci ritroviamo… e se spunta il leone affamato? Fa di noi il suo pranzo, senza far fatica!
Ma come cavolo ha fatto la nostra specie a sopravvivere fino ad oggi? E non solo, a dominare su leoni, gazzelle ed ogni animale sulla faccia della terra (escluso il nostro cucciolo di casa che ci fa girare come vuole)?
E’ la capacità di pensare, di ragionare, che ci ha permesso di sopravvivere ed evolverci fino ai giorni nostri: grazie al pensiero abbiamo imparato a costruire trappole per le gazzelle ed armi contro i leoni e poi i supermercati, per trovare cibo senza troppo sforzo e case dotate di ogni confort, per gustarcelo in santa pace!
Ma non stavamo parlando dell’ansia? Ecco, il bello arriva qui: è la capacità di pensare ci ha permesso di evolverci fino ai giorni nostri, ma la nostra corteccia cerebrale si ricorda perfettamente che siamo degli animali e che, se incontriamo il leone nella savana, adottando la risposta di fuga della gazzella (Ricordate? Avverte il pericolo, diventa inquieta, le batte forte il cuore, sente caldo, ha i muscoli contratti) certamente saremo pronti a scappare (seppur lenti), aumentando le possibilità di salvarci. Il casino è che, se ci salviamo e il leone si pappa qualcun altro, il nostro evolutissimo pensiero mica ci fa tornare a brucare l’erbetta! Macchè! Cominciamo a pensare che il leone potrebbe avere ancora fame, o potrebbe avere un amico a digiuno, o che magari si sia pappato un nostro amico, o un familiare, o le nostre lasagne che nella fretta abbiamo lasciato nel forno!
E mentre pensiamo, il nostro cuore batte forte, ci viene caldo, i muscoli si contraggono, siamo inquieti…vi ricorda qualcosa? Eh sì… è proprio la nostra cara ansia…la conosciamo bene, è la nostra corteccia che ce la regala, perché se ne infischia se abitiamo in centro a Milano e non abbiamo mai visto un leone, lei si attiva anche per ogni “pericolo” della vita moderna: dall’esame all’Università, al colloquio di lavoro, all’arrivo di nostra suocera, al bambino che non mangia, alla batteria del telefono improvvisamente scarica…e mica solo nel momento in cui si verificano questi eventi, ma anche prima, molto prima, a volte così “prima” che, alla fine, gli eventi in questione nemmeno si verificheranno mai!
E’ il prezzo dell’evoluzione, mannaggia all’homo sapiens!
Certo, un po’ di ansia è salutare, ci aiuta ad essere vigili e attenti quando serve, ma alle volte ci fa stare proprio, male: ci limita, ci blocca, non ci permette di godere di tanti momenti della nostra vita, non ci fa staccare la spina… e può anche provocare una vasta gamma di disturbi fisici e psicologici (ora non fatevi venire l’ansia , però!) .
Che ci resta da fare? Soccombere? Arrenderci ad una vita in balia della nostra amica di quattro lettere?
La risposta è no.
Ricordate? L’evoluzione ci ha donato il pensiero. Chi di pensiero ferisce, di pensiero perisce! E ad un certo punto dell’evoluzione umana, sono spuntati gli psicologi, che hanno adoperato la loro capacità di pensare, per studiare come trattarla, questa ansia…
Sfogarsi col prossimo, bere un bicchiere un più, fumare , mangiare porcherie, guardare la tv, navigare in internet possono distrarci per un po’, ma, lo sappiamo, non sono soluzioni durature.
Parliamo con uno specialista che ci ascolti e ci aiuti a capire come fare: l’ansia si può ridurre, si può imparare a gestirla e a vivere meglio. Parola di corteccia…
…e di Alessia Grisi, psicologa. Né leone, né gazzella.
Alessia Grisi
Psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Pavia nel 2006, regolarmente iscritta all’Albo Nazionale.