Mi preme innanzitutto fare chiarezza su cosa è la grafologia, continuando in tal modo il compito dei grafologi professionisti che con impegno portano avanti la battaglia della diffusione di questa scienza.
Sì, perché è di questo che si tratta. Nonostante negli altri paesi sia una disciplina riconosciuta ed applicata da decenni, in Italia la grafologia è ancora avvolta in una nebbia di mistero, troppo spesso confusa con pratiche esoteriche, con la cartomanzia o l’astrologia.
Va spiegato chiaramente che la grafologia è una scienza umana, non meno importante della psicologia o della sociologia, che pone al centro del suo studio l’espressione più alta e spontanea dell’essere umano: la sua scrittura.
Come le altre scienze anche la grafologia può e deve essere al servizio dell’uomo per fornire un efficace supporto alla conoscenza di sé stessi ed alla consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità per vivere meglio, anche con gli altri.
La grafologia ha radicate basi scientifiche. Non è difficile comprendere che l’atto di scrivere è un complesso susseguirsi di gesti spontanei che obbediscono a sofisticati meccanismi comandati dal cervello.
Il peggior nemico della grafologia è la scarsa conoscenza, aggravata da una comunicazione distorta data dai mezzi di informazione dove troppo spesso si infiltrano grafologi improvvisati che, banalizzando gli aspetti seri e gli eventuali disagi che sarebbero invece da sottolineare, si fanno attirare dal facile ritorno economico e di immagine.
Ecco che assistiamo, perciò, al proliferare di analisi grafologiche prodotte senza una effettiva esperienza di studio, dove si forniscono assurde diagnosi di patologie psichiche, di infondate previsioni sulla stabilità di un rapporto di coppia. Nel migliore dei casi vengono erroneamente enfatizzate le possibilità della grafologia, riducendo alla mera interpretazione di singoli segni la descrizione degli aspetti del carattere.
La scrittura, come massima espressione del proprio essere, è unica come unico è ciascun individuo ed allo stesso tempo altrettanto complesso ed articolato. Un’analisi grafologica seria richiede pertanto un attento studio per cogliere la personalità di chi scrive nella sua totalità.
Grafologi non ci si improvvisa. Bisogna studiare molto e talvolta non basta. Un vero grafologo ha anche doti di sensibilità e senso di responsabilità, oltre a necessitare di un lungo tirocinio per acquisire la adeguata esperienza. Mi chiedo quante analisi grafologiche, con rispettivi riscontri di conferma, possano vantare questi psicologi della scrittura.
I grafologi professionisti aderiscono ad un codice deontologico e rifiutano di elaborare profili se non sussistono le appropriate circostanze. Per questo si opporranno a richieste di improvvisare descrizioni del carattere di una persona sulla base di poche righe buttate là su un foglio, oppure di valutare una personalità dalla sola firma senza la grafia allegata. Qualche grafologo si sarà anche certamente trovato davanti a persone che, timorose di chissà quale giudizio, gli nascondo la propria grafia.
La grafologia non giudica, non prevede il futuro, non dà diagnosi mediche. In pratica non improvvisa. La grafologia analizza la personalità nei suoi aspetti più profondi, perfino inconsci perché il prodotto grafico è frutto delle stesse strutture cerebrali che determinano il nostro comportamento, le nostre emozioni, il nostro modo di agire e di reagire.
Senza interferire con la persona stessa, la grafologia può fornire un valido aiuto alla conoscenza della personalità, fornendo in tempi piuttosto rapidi una risposta certa ed obiettiva. Da non dimenticare il fondamentale contributo che questa scienza può portare nei casi in cui ci siano segnali di allarme comportamentale che il grafologo ha l’obbligo di segnalare, anticipando in tal modo futuri disagi e, quando questo riguarda bambini o adolescenti, riveste una particolare importanza.
Le potenzialità della grafologia sono molteplici ed altrettanto numerosi i campi di applicazione, ma la riuscita di questa disciplina dipende esclusivamente dalla professionalità di chi la esercita.
Grafologi improvvisati? Diffidate, gente, diffidate…
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