Ciao Utans,
a mio avviso essendo passata in una situazione molto simile mi sentirei di dirti che la chiave per uscire da questa situazione sta proprio nel laurearti bene, velocemente e trovarti un lavoro.
Brevemente, son figlia unica, non ho praticamente alcun parente al mondo e nel 1997 mio papà è morto improvvisamente a 67 anni. Dei due genitori che avevo era quello che era meno ammalato, pensa un po', dunque son rimasta da sola e con una mamma invalida definita medio-grave. Fin da piccola ci sono stati ricoveri ospedalieri frequenti per entrambi e un solo stipendio poi divenuto pensione.
Facevo anch'io ingegneria, per fortuna ero in corso e con una media alta. Abbiamo tenuto duro con la pensioncina di mia mamma, io continuavo a pensare in continuazione e con disperazione che se fosse morta io non avrei saputo che fare (e quante volte mi affacciavo dal letto a vedere che non fosse morta nel sonno come mio papà), ma nel frattempo ho dato un esame via l'altro e nel 1999 mi sono laureata con lode.
Proprio questo fattore mi ha consentito di trovare un primo lavoro (= autonomia economica) con una certa facilità anche se ho dovuto rinunciare a un dottorato in Austria e a una proposta di lavoro in una raffineria (il mio sogno!!) perchè non me la son sentita di lasciare a tante ore di viaggio di distanza mia mamma sola. Al primo lavoro ne è seguito un altro che mi portava in giro per l'italia, fortunatamente massimo a 3 ore di distanza da casa. Ne è arrivato poi un terzo, un buon compromesso che mi porta a vivere in un capoluogo a un'ora di strada da lei. Vivo sola in 36 m2 in affitto, non avendo appoggi non me la sento di fare un mutuo, dato che non è detto che la ditta dove lavoro vada sempre bene, storicamente la cassa integrazione qui ritorna.
In tutto questo periodo mia mamma, che prima viveva appoggiata a mio papà in tutto e per tutto, ha fatto uno sforzo notevole e ha imparato ad essere mentalmente autonoma, e ha cercato sostegno pratico (es. spesa, piccole commissioni, medicine a domicilio, prelievi a domicilio) nei servizi offerti dal Comune dove viviamo e dalla Regione (le hanno attivato un telesoccorso) e in una signora che le fa i lavori più gravosi e l'accompagna in macchina a far le visite che deve. Se non c'è la signora la portano i servizi sociali. Io la sento tutti i giorni e una volta a settimana son da lei, il mio cellulare è acceso giorno e notte.
Questo per dirti che il tipo di studi che stai facendo è fra i migliori come sbocchi lavorativi e retribuzione (non ti aspettare chissà chè, rimane poco da parte alla fine del mese ma sempre meglio che i vari contratti a progetto, vieni gratis poi vediamo etc...), dunque punta tutto su quello, spingi al massimo e finisci in fretta. Al momento lascia perdere, secondo me, se non indispensabili, lavoretti intermedi se non a carattere saltuario (io facevo il presidente di seggio elettorale), lo studio è tanto e ti porterebbero via troppo tempo oltre a minare la possibilità di una borsa di studio. Pensa a te, non puoi sostituirti alla tua mamma, non puoi e non devi. Anche lei troverà il meglio dalle sue risorse e capacità se la situazione dovesse peggiorare, nelle difficoltà alla fine ci si "desbelina".
Capisco benissimo la frustrazione di "non essere come gli altri", nell'età in cui si dovrebbero avere tutte le porte aperte e genitori a fianco che ti aiutano e sostengono a crescere. I lavori che sono venuti dopo sono stati dei compromessi accettabili, necessari, ma mai trasformatisi in passioni.
Sono, siamo (consentimelo) cresciute in fretta e con maggiori responsabilità, questo ci porta verso una maggiore concretezza e determinazione a raggiungere gli obiettivi, doti che nel lavoro sono generalmente apprezzate.
Una certa dose di rabbia repressa rimane sempre, come una sensazione di aver avuto di meno, a partire dalla serenità necessaria per scegliere cosa fare della propria vita, ma col tempo ci si impara a convivere e ci si sente addirittura più forti di chi ha avuto la pappa pronta e la casetta comprata con i soldi di mamma e papà.
Amici e fidanzati, anche se di lunga durata e di affetto sincero, nella vita vanno e vengono, accompagnano piacevolmente per un tratto della nostra strada indefinibile a priori , non sappiamo se per un chilometro o per sempre. Come noi li accompagnamo nella loro.
Un abbraccio, il tuo futuro sei TU e nessun altro!