Ciao a chi leggerà,la mia storia è lunga ed è strana,molto strana. Ero un ragazzo felice e allegro,benestante,con tanti amici e tante ragazze. Ma-c'è sempre un ma-qualcosa di strano c'era,mia madre tradisce mio padre da quando sono piccolo,da bambino mi ha portato con lei e uno dei suoi amanti all'estero per qualche giorno mentre mio padre era via per lavoro. Ero piccolo,tipo 5 anni,ma mi ricordo nitidamente loro due assieme. Mio padre lo venne a sapere,i miei non si separarono,restarono una coppia,ma solo di nome e non di fatto. Si vogliono bene ma si parlano poco,non si scambiano praticamente mai gesti di affetto.E così,la prima sbronza,l'ho passata a piangere,a 14 anni, urlando che avrei accoltellato il tipo che si faceva mia mamma,consolato dai miei amici che mi guardavano come si guarda un matto.Bevvi altre volte e andò bene,ma poi a quasi 16 anni fumai la prima canna,provai altre volte,sempre perchè ce l'aveva degli amici,e fumavo sempre poco,per curiosità,non per spaccarmi. Piano piano perdevo lucidità,fino a che ricordo che iniziai a vedere le cose sfocate,mi riusciva impossibile concentrarmi,fraintendevo le cose che sentivo, a volte dicevo cose che non c'entravano:il delirio. Non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo, e miei,che sbagliarono ancora una volta,mi trattarono malissimo,come fossi un criminale,per tutto l'anno,perchè andavo male,infatti poi venni bocciato. Io reagì a queste continue vessazioni ribellandomi,da bravo adolescente,e stando in giro a bere. Finito quell'anno ho cominciato ad avere insonnia e mi sono allontanato da molti amici,basta alcool,basta canne,basta feste tutti i week end fino a tardi. Il problema è che non sono mai tornato lo stesso,sia come umore,sia come mente. Non sono più riuscito a concentrarmi come si deve per un lungo periodo,sulle cose ci arrivo dopo rispetto a un anno prima,quando ero molto intuitivo. Ero sempre triste e nervoso,a volte ero proprio rassegnato. Quell'anno mi ha distrutto anche perchè ho visto come è la gente,ho visto che finchè funzioni bene tutti ti stanno vicino,quando però hai bisogno di un aiuto,tutti spariscono. Avevo solo bisogno di conforto da parte dei miei amici,ne avrò avuto da sì e no due persone,assieme alle prese per il culo però,e di amici ne avevo tanti. Ho visto gli insegnanti umiliarmi e,qualche volta,insultarmi,mentre prima stavo simpatico a tutti loro. Ho visto i miei genitori urlarmi contro in continuazione,chiamandomi "stronzo" "fallito" "nullafacente" e dicendomi "vergognati"e"perchè ho avuto un figlio come te" ,mi prendevano a sberle spesso,a volte in coppia mi davano giù together,e mi facevano male,erano come impazziti certe volte. Ci ho messo tanto tanto tempo per tirarmi su il morale,l'insonnia non mi è mai passata del tutto,a scuola ero uno zombie,ma una volta all'università stavo meglio, tanto che ricordo ancora la frase di una mia ex compagna di classe:"ora sembri una persona totalmente diversa",e sentivo che era vero,e avevo fiducia,pensavo "andrà sempre meglio,ce la puoi fare a fare tutto". Poi,un giorno qualunque,mentre giocavo a tennis,tutto è cambiato,non riuscivo a concentrarmi,ero perso,non sapevo il punteggio,il mio amico mi parlava ma avevo paura a parlare,avevo paura di dire cose senza senso,avevo paura di impazzire,il corpo si muoveva,giocavo a tennis,ma la testa non c'era,black out totale,volevo solo andare a casa. Questo è successo a Ottobre circa.Dopo qualche settimana,nello sconforto totale,sono andato da una psicologa, ma non ha capito fino in fondo il mio problema,lei lo banalizza.Ultimamente sono andato a dormire prima,alle 3.30-4,ma mi sveglio sempre alla solita ora,alle 13 o anche alle 14 la domenica.Certi giorni ho dormito anche 11 ore filate,altri ho dormito 9 ore,altre volte 7,altre 8,non cambia niente,il risultato è sempre quello negli ultimi mesi:mi sveglio stanco,confuso,incapace di fare qualsiasi azione,la testa non c'è,dorme ancora.Ci metto di solito almeno 1 ora prima di tornare presente e di poter fare qualcosa con un minimo di concetrazione. Da Ottobre sono uscito meno,ho perso 2 amicizie a cui tenevo un pò,e altre si sono allentate,perchè la mia continua stanchezza e difficoltà di concentrarmi non mi lasciano tranquillo,non riesco a scherzare,sono sempre teso,penso sempre che potrei non capire,non sentire,dire cazzate,potrebbe di nuovo succedere ciò che è successo mentre giocavo a tennis,che il corpo è lì ma la testa c'è e non c'è.Sto continuamente pensando ad un perchè di tutto ciò,ma non riesco a trovarlo. Che qualche canna,unita all'alcool,mi abbia rovinato il cervello e la vita?Forse. La mia psicologa dice che è impossibile.Forse quell'anno orribile,quando avevo 16 anni,mi ha messo tristezza e ansia,dovute al fatto che ho preso coscienza del mondo e delle persone, e quelle non se ne sono mai andate. La cosa che m ha distrutto più di tutte è stata la mia "ricaduta",dopo tutta la strada fatta per rimettermi in sesto,sono tornato al punto di partenza,questa volta senza motivo.La memoria,che era il mio punto forte, mi abbandona spesso,faccio fatica a ricordare qualcosa.Sono così assente e soprappensiero,che pochi giorni fa sono andato all'uni in bici e sono tornato a piedi,solamente una volta tornato a casa e messomi seduto,ho pensato se quel giorno avessi preso il bus,e mi ricordai che ero andato in bici,e la bici era rimasta legata davanti all'università. Da lì a casa,a piedi,ci metto circa mezz'ora. In mezz'ora non mi è mai venuto in mente di prendere la bici.
Così è la mia vita,tra la delusione dei miei genitori e la mia,tra il distacco nelle relazioni sociali,tra l'incapacità di ottenere risultati notevoli in qualunque campo,tra la fatica per seguire una lezione,tra le continue dimenticanze e distrazioni,tra la stanchezza mentale e fisica,tra la colite e il mal di testa. Così ho pensato che sarebbe meglio morire,dal momento che faccio talmente tanta fatica a fare qualsiasi cosa che in ogni caso morirò giovane,mi consumerò presto.Però ho pensato che prima di morire devo fare alcune cose,laurearmi,scrivere un romanzo,viaggiare,scopare un pò di più se possibile. Inoltre morire a 22 anni da suicida farebbe sentire malissimo i miei genitori,i miei nonni,i pochi amici a cui voglio bene. Quindi devo fare più esperienze possibili negli anni che vivrò,sopportando tutto quanto capiterà,oltre al dolore e al malessere che già provo,così potrò finalmente andarmene senza troppi rimpianti e lasciando in ogni caso dispiaciuti i miei genitori,che saranno però già piuttosto anziani. Non nascondo che spero che qualcosa accada nei prossimi anni:che ritrovi un pò di energia,di concentrazione,di buon umore,di presenza mentale,un pò di serenità,un pò di fiducia in me stesso,potrebbe accadere,nella vita mai dire mai,se non dovesse succedere credo che mi ucciderò,anche ora ne sono un pò tentato,sarebbe una liberazione,ma la speranza e l'amore per le persone care comunque ha la meglio.
è un poema,non è nemmeno tutta la mia storia,ma vi può far capire,spero,come mi sento ora.