E' più che noto che le conserve di pomodoro anche quelle dei marchi più blasonati sono prodotte a partire da scarti di materia prima, spesso già inacidita e guasta e ripulita con l'aiuto di prodotti chimici. Una vera assoluta porcheria.
Scusa Ipposam ma... da dove escono queste tue conclusioni statistiche?
Io vivo in campagna e le aziendine a "kilometro zero" le raggiungerei comodamente a piedi, e le vedo dai balconi.
MAI acqustato
nulla... proprio perchè le vedo!
Preferisco qualche miliardo di volte il <controllo qualità e filiera> della mega-azienda con marchio, che si è conquistato credibilità sul campo e che ha tutto l'interesse a difenderlo, piuttosto che il prodotto "genuino" del "cafone" (come affettuosamente si chiama il contadino dalle mie parti) che...(a parte liquami dati a concime amatorial-risparmioso) , quando sono del tipo "contadino cervello fino", ti fanno anche l'aziendinINA modello che vive più di anticrittogamici illegali che di sementi valide!!!
Una cosa potrei documentare : grand
issimo proprietario terriero che vendeva verdure (proprio spinaci, nello specifico) a primaria azienda del surgelato doc...era cliente di mio padre e ho visto con i miei occhi quali fossero le condizioni - magnifiche - degli spinaci freschi che ci venivano regalati dopo la prima mondatura e lavaggio.
UNO spettacolo!
Al "cafone" che aveva l'aziendINA modello proprio davanti a casa mia, invece, ho involontariamente procurato l'espianto dell'intero appezzamento "modello", perchè...io segnalai alle autorità preposte solo il fatto che usasse anticrittogrammici a testa e comodo suo. Le autorità preposte accertarono di più : non era solo che li usasse in modo e proporzioni irrituali, ma era proprio che usasse categorie di prodotti assolutamente VIETATE. Per "colpa" mia prese solo la multa (pesantina, in effetti) , ma...l'orto e il frutteto "modello e a kilometro zero" li tolse di sua spontanea volontà subito dopo, perchè senza quelle irrorazioni vietatissime...cresceva tutto poco e male, e non c'era resa, neanche con la vendita a carati e "a kilometro zero".
Il mio pensiero, in fatto di salutismo, è molto simile a quello in fatto di investimenti finanziari : "il massimo che puoi fare è differenziare".
Ormai non ci salverebbe neanche coltivarci i campi per trarne farina, verdure e ortaggi vari. E neanche arandoli e seminandoli e coltivandoli in proprio (che non è esattamente un "gioco da ragazzi").
Hai voglia di annichilirti in questa impresa, quando è ovvio che non scegli nè le falde acquifere e nè l'aria e la terra in cui coltivi quel che vuoi!
E allora, razionalmente, preferisco grandemente il marchio primario di surgelati che sulla mia tavola, quanto meno, un giorno porterà la partita coltivata in Emilia, un altro giorno quella coltivata nelle Marche, un altro giorno quella coltivata nel Lazio........puttosto che il beneamato "cafone" che, a km zero, mi dà sempre la stessa roba, magari cresciuta e irrigata su un terreno ad altissimo ed inconsapevole tasso di inquinamento, oltre che irrorato da benefits chimici da paura che...dove c'è un controllo qualità e un marchio primario da difendere non ci possono essere, mentre nela sempre beneamato "cafone a km zero" sono la normaliità che sfugge a qualunque controllo.