Ci potrebbe essere una possibile risposta da un punto di vista "fisiologico".
La rabbia è come la paura, e nel cervello dal contesto si attivano alcune aree piuttosto che altre e il corpo si prepara nel primo caso all'attacco nel secondo alla fuga.
Le narici si "allargano" e incamerano aria finalizzata ad ossigenare meglio il sangue, nella prospettiva di una performance muscolare di offesa. Il battito cardiaco aumenta, il corpo inizia a produrre adrenalina.
Anche se si discute "verbalmente" senza fare a botte si attivano i medesimi meccanismi primordiali, in questo caso non c'è selezione, ma la risposta fisiologica è la stessa.
L'attenzione diventa selettiva e molto focalizzata sul "pericolo" da attaccare (tipo l'interlocutore) ovvero perdi di vista la realtà nel suo "complesso" e nella sua "ampiezza". Perché da questo punto di vista non siamo progettati per ragionare, ma solo per attaccare, colpire e dunque sopravvivere.
Durante questo processo si perdono informazioni, ma si perde proprio il concetto di "consapevolezza della realtà". Se la risposta di rabbia è altamente violenta, puo' anche succedere che non ci si ricordi, almeno non integralmente di quello che si è detto. Perché come nel caso della paura, l'attenzione è focalizzata sul pericolo e la memoria non registra efficacemente.