Ciao a tutti, cercherò di essere conciso nel riportarvi la mia storia. Sono un ragazzo di 26 anni, sono uno sportivo da sempre, ansioso fin dalla nascita. Figlio di una madre apprensiva e insicura, di un padre ansioso-pessimista, trascorro tutto sommato una tranquilla e spensierata infanzia, anche se, era comunque presente un sentimento di paura e angoscia pronto a mettere radici profonde al mio interno. La mia adolescenza è burrascosa e ribelle, ed è qui che l'ansia comincia ad affacciarsi ogni tanto, in punta di piedi, silenziosa. Ogni tanto giungevano pensieri fissi, qualche ossessione qua e là, ma io non diedi mai tanta importanza e peso alla cosa. Più che altro, il fatto di avere due genitori ansiosi, non in grado di tranquillizzarmi in momenti del genere, fece in modo che mai ne parlai con nessuno, e di certo non avevo le capacità e le risorse per gestire cose del genere. Finche una sera d'estate di 5 anni fa, durante una lite con la mia ragazza, venni assalito da un forte attacco di panico. Fu necessario l'intervento dell'ambulanza. Mi cadde il mondo addosso, precipitai in un pozzo nero e profondo in cui la paura e il terrore facevano da padroni. La mia famiglia entrò nel panico con me, e caddi in una profonda depressione. Passai un mese nero, con attacchi di panico, umore depresso, apatia, incubi, crisi di pianto. Con l'aiuto di una terapia farmacologica, riuscii a uscirne. Passò un anno, tutto sommato di buon umore, anche se gli attacchi di panico non scomparvero del tutto, soprattutto nelle situazioni in cui l'ansia saliva. Decisi così, di intraprendere un percorso di psicoterapia con un terapeuta della zona. Per il primo anno riuscii a gestire meglio gli attacchi fino a farli scomparire, poi 3 estati fa buio totale di nuovo. Venni assalito da pensieri fortissimi, paura di fare male ai miei cari, a me stesso, di non amare più la mia ragazza, paura di impazzire. Questa volta fu necessaria un'altra terapia farmacologica che risolse bene o male tutto per un inverno. Poi l'estate successiva di nuovo giù con nuove fissazioni. Durante l'inverno feci l'errore di fare letture di filosofie orientali, spiritualità tipo libri di Osho... E le mie nuove fissazioni sono iniziate da li: domande esistenziali, domande su chi sono veramente, il terrore di come dicono quei libri di essere un 'addormentato' e che la vita ha senso solo se si ricerca l'illuminazione, Osho che dice l'Ego non siamo veramente noi ma dobbiamo cercare la nostra vera essenza, il buddismo che dice di non attaccarsi sentimentalmente perché allontana dal nirvana. Da li sono partiti questi trip SENZA SENSO che non mi fanno più vivere, ogni cosa che faccio mi arriva il pensiero intrusivo contenente la frase di qualche santone, che mi fa precipitare in ansia. E' come se mi fossi autoconvinto che hanno la ragione assoluta loro e io son un coglione ( quest'ultimo probabile

), e dunque ogni pensiero o azione scatena questo conflitto in me. Non so a chi appellarmi, mi sento solo, mi vergogno a raccontare questo genere di pensieri. Mi sto rassegnando a dover convivere per sempre con questi pensieri e questa angoscia, nell'infelicità. Non riesco a vivere in maniera spensierata e fregarmene di tutti questi trip mentali. Ogni pensiero lo analizzo invece che lasciarlo fluire, e non riesco a fare diversamente. Attualmente non sto facendo nessuna terapia farmacologica perché comunque ho visto che non curano in maniera definitiva ma danno un'aiuto palliativo di cui obiettivamente non so che farmene. Sarei lieto se qualcuno potesse tranquillizzarmi o raccontarmi se ha avuto esperienze simili alle mie.
Grazie per la lettura. A presto.