Salve a tutti, mi chiamo Ilaria, ho 19 anni, e mi sono da poco iscritta a questo forum con la speranza di trovare conforto e confrontarmi con persone che possano capire i miei problemi e non ritenermi folle.
Ho 19 anni, sono giovane ma nonostante ciò l'ansia e gli attacchi di panico hanno preso possesso della mia vita; proprio così, sento che non sono più io a controllare le mie azioni, le mie sensazioni ma sono invece "loro" a manovrarli, a decidere cosa io debba fare o meglio non fare. Da sempre, sin dalla tenera età, ho manifestato insicurezza e scarsa fiducia in me stessa; ho sempre pensato di essere inferiore agli altri, ma non perchè io non abbia buone qualità o non sia intelligente, tutt'altro, ma perchè a differenza dei più non riuscivo e non riesco a seguire le logiche del mondo e della vita che la società ci impone, senza prima chiedermi se siano giuste o il motivo per chi debbano per forza rispettate.
In un certo senso ho sempre visto il mondo a modo mio, con questo non dico che me ne sia inventa uno parallelo, ma indendo dire che la mia curiosità e la mia immaginazione mi hanno sempre spinto a guardare aldilà delle apparenze, delle situazioni, delle persone per cercare di cogliere il senso più profondo di tutto. Ma forse proprio questa mia attitudine, la mia modesta intelligenza, le mie qualità immaginifiche, mi hanno sempre dato un senso di inquetudine, manifesto a fasi alterne, ma che spesso sfocia in vero proprio terrore: horror vacui.
E' un paradosso: seppure io sappia di valere qualcosa, di avere molto da esprimere, le qualità per farlo, l'intelligenza e le capacità per affermarmi e sentirmi fiera di me, non ci riesco, riesco solo a sentirmi una nullità, un essere infimo: nihil.
Sino ad ora, sono riuscita a convivere bene con la mia bassa autostima e i paradossi della mia mente, sebbene abbia già in precedenza affrontato periodi difficili e abbia già avuto attacchi di panico. La situazione è degenerata quando ho iniziato l'università. Forse, il tracollo me lo sono cercato, dal momento che, dopo il liceo classico, ho ben pensato di affrontare una facoltà scientifica come ingegneria; ma non credo che siano le possibilità di riuscita a mancarmi, ma quanto la volontà e la sicurezza necessarie per riuscire bene. Credo che il fatto di aver paura di non essere in grado a portare avanti gli studi che ho scelto sia solo stato la causa scatenante per far emergere di botto tutte le mie fragilità: un vulcano in eruzione che mi sta devastando dentro, e non so come placarlo.
Apparentemente io ho tutto il minimo indispensabile (e non solo) per essere felice: una famiglia splendida, un ragazzo splendido, amici che mi vogliono bene, una buona testa, e un bel (nella norma) aspetto fisico.
Ma nonostante tutto non riesco a stare serena, a sentirmi soddisfatta, a trovare il modo di dimostrare soprattutto a me stessa quanto valgo. C'è sempre qualcosa che mi blocca, che mi butta giù, che mi annebbia la mente che mi fa sentire stupida, brutta, infima anche se so di non essere così. Non riesco a far coincidere l' "essere" con la realtà, perché la mia visione delle realtà e di me stessa è ormai distorta.
Ormai ho attacchi di panico tutti i giorni, da ottobre, vorrei uscirne prima di mandare a deriva la mia vita.
Un discorso del genere a chiunque sembrerebbe solo una serie di lamentele superfiali, e di bizze di una giovane donna difronte alle prime difficoltà della vita.
Spero che voi riusciate a capirmi, e spero di essere stata sufficientemente chiara...