I disturbi alimentari

Quando si parla di “disturbi del comportamento alimentare” si fa abitualmente riferimento a un disagio caratterizzato da un alterato e disfunzionale rapporto col cibo e con il proprio corpo. L’alimentazione può assumere caratteristiche molto disordinate, caotiche e ossessive, e peso e forma diventano l’unico criterio di valorizzazione personale.

Tutti possiamo avere nel nostro stile alimentare aspetti peculiari ma quando questi elementi divengono tali da compromettere la qualità della nostra vita e dei nostri rapporti sociali dobbiamo pensare a un disturbo alimentare. Qualche restrizione alimentare per rimettersi in forma in vista dell’estate, una fetta di torta in più per consolarsi dopo una giornata andata male o un pranzo un po’ più abbondante la domenica, quando finalmente si trova il tempo di mangiare tutti insieme, sono cosa ben diversa dal disturbo alimentare e dal disagio che questo comporta, anche se a volte si tratta di condotte connotate da vissuti conflittuali.

Il disturbo da alimentazione incontrollata, la bulimia nervosa e l’anoressia nervosa sono tra i disturbi alimentari più diffusi e invalidanti. Tipicamente insorgono in età adolescenziale o nella prima età adulta (tra i 13 e i 25 anni) e sono più frequenti nei paesi industrializzati e nel sesso femminile (circa il 90%). In Italia sono circa tre milioni le persone che soffrono di un disturbo alimentare e il loro numero è in costante aumento.

In presenza di questi disturbi possono esserci serie ripercussioni sullo stato di salute fisica, e in rari casi anche conseguenze mortali. Le complicanze mediche derivano dalle condizioni di malnutrizione e/o dalle condotte patologiche utilizzate per raggiungere “peso e forma ideali” (come vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, ecc).

E’ frequente inoltre la comorbilità con altri disturbi psichici quali disturbi d’ansia, depressione, disturbi di personalità (in particolare evitante e borderline), disturbi sessuali, disturbi di abuso e dipendenza da sostanze (alcolismo, tossicodipendenze), disturbi dissociativi e disturbi somatoformi.

Considerata la duplice anima psico-somatica dei disturbi del comportamento alimentare e la loro complessità, è necessario l’intervento di più specialisti (psicoterapeuta, psichiatra, medico internista e/o pediatra, dietista) per un corretto inquadramento diagnostico e un trattamento adeguato.