Il seguente articolo tratta di un argomento a me molto caro. La bulimia e l’anoressia. Sono una semplice studentessa di 17 anni,che soffre di questi disturbi da anni.
CIBO AMICO CIBO NEMICO
Il vuoto. L’odore del baratro. La mente non controlla più il corpo e l’alchimia tra cibo e essere si spezza,diventando un traguardo sempre più lontano. Sentiamo ogni giorno parlare di disturbi del comportamento alimentare,ma abbiamo mai riflettuto veramente su queste affezioni?E soprattutto cosa si prova quando invece di sedersi a tavola si preferisce strale lontano,evitando il contatto con il cibo come un acerrimo nemico? In Italia le persone che soffrono di questi disordini alimentari sono circa 3 milioni,ma si suppone che siano presenti molti altri casi che preferiscono rimanere nell’ombra. Di tutte queste persone il 92% circa sono di sesso femminile in età compresa dai 10-13anni,e dai 17-19anni.i
I disturbi di cui parliamo vanno dal rifiuto completo di ogni forma di nutrimento,con numerosi alterazioni di livello di autostima e rifiuto di ammettere il malessere,alle ricorrenti abbuffate,ove si perde il controllo delle azioni, provando vergogna per quello che è stato fatto portando il proprio corpo ad espellere ciò che si è ingerito.
Varie ricerche e articoli riducevano le persone che soffrivano di questi disturbi a numeri,tralasciando il lato umano. Infatti non basta guarire esternamente ma bisogna risolvere il disagio interno tra mente e corpo. Esso,infatti,è lo strumento per mezzo del quale la persona anoressica o bulimica esprime la sua sofferenza .Inoltre i fattori socioculturali sono fondamentali infatti la pressione esercitata verso il corpo magro come simbolo di progresso nell’acquisizione dell’emancipazione è fortissima come il pregiudizio verso l’obesità. Ovviamente questi elementi non sono sufficienti per scatenare un disordine alimentare perché alla base c’è un disagio psicologico molto profondo che va guarito subito. Questi disturbi sono quasi come un meccanismo di difesa infatti l’anoressica,a causa del suo disagio tende a sparire,come la persona bulimica tenta di buttare il suo problema sul cibo,come per liberasene. I genitori,ma anche gli insegnati,possono diventare ascoltatori attivi del problema aiutando a migliorare l’autostima,sottolineando la soggettiva e unica personalità del ragazzo ripristinando la differenziazione dei ruoli(genitore-figlio insegnate-alunno)fondamentale perché ci non si senta confusi ricoprendo ruoli che non ci competono. Infatti con molte più probabilità l’anoressia può essere riconosciuta ma la bulimia tende a nascondersi proprio perché si ritiene quello che si sta facendo,cioè la totale perdita del controllo ,una vergogna provando soggezione verso gli altri. Le persone,quindi,più allegre e estroverse possono essere vittime di questo disturbo proprio perché si tende a celarlo facendo credere,non con pochi sforzi,che la situazione sia all’insegna della normalità. Viviamo in un mondo dove l’imperfetto è disprezzato e l’artefatto lodato. Noi adolescenti veniamo visti con invidia a causa della nostra giovinezza e presunta spensieratezza,ma non è così. Non tutto è come appare. Accendendo la televisione vediamo esseri inetti che ci danno dei consigli su come gestire la nostra vita o nutrizionisti che parlano di quanto sia importante,nella crescita, la famosissima coppia frutta e verdura invece di insegnarci che l’importante non è cosa mangiare ma come rapportarci con quel gesto,apparentemente semplice,effettivamente difficile. Può apparire estremistico ma essendolo anche la realtà,con grande rammarico,non ci si può esprimere usando altri termini. La bulimia e l’anoressia sono problemi seri dai quali però si può guarire,l’importante è volerlo.
i >Statistiche dal centro per i disturbi alimentari di neuropsichiatria infantile dell’ospedale di S.Orsola