ANORESSIA e BULIMIA

Ogni anno migliaia di persone in Italia sviluppano un Disturbo dell’Alimentazione: più del 90% sono adolescenti e giovani donne adulte. una ragione della particolare vulnerabilità delle donne in questa fascia d’età è la loro tendenza a sottoporsi a rigide diete per raggiungere la linea ideale. Studi appropriati hanno evidenziato che un regime dietetico restrittivo può avere un ruolo di primo piano nello scatenare un Disturbo dell’Alimentazione. Circa l’1% delle adolescenti si ammala di Anoressia Nervosa, una malattia che può portare alla morte per denutrizione, all’arresto cardiaco o al suicidio.

Silvia si ammalò di Anoressia Nervosa quando aveva 16 anni. Era una ragazza timida dedita allo studio e che tentava in ogni modo di piacere a tutti, era graziosa sebbene leggermente soprappeso. Come molte ragazze della sua età, era interessata ai ragazzi ma temeva di non essere abbastanza carina da attirare la loro attenzione. Quando suo padre, scherzosamente, le disse che non avrebbe mai avuto un appuntamento se non fosse dimagrita un po’, lo prese sul serio e si mise implacabilmente a dieta senza vedersi mai sufficientemente magra anche quando diventò marcatamente sottopeso. Con la perdita di peso, scomparve il ciclo mestruale. Mano a mano che l’Anoressia la stringeva nella sua morsa, Silvia diventò ossessionata dall’idea del cibo e della dieta e sviluppò strani comportamenti rituali circa l’alimentazione. Ogni giorno pesava tutto ciò che avrebbe ingerito su una bilancia, tagliava il cibo in piccoli pezzi e misurava anche le bevande. Metteva la sua razione giornaliera in piccoli contenitori allineandoli in rigoroso ordine. Inoltre praticava strenui esercizi fisici continuando anche quando era debole e deperita. Nessuno riusciva a convincerla di essere in pericolo. Alla fine il suo medico riuscì a farla ricoverare in ospedale dove avrebbe potuto essere curata. Durante la degenza, Silvia continuava a fare esercizio fisico nel bagno.

Il caso di Silvia non è insolito: le persone con Anoressia si privano del cibo sebbene sentano terribilmente i morsi della fame. Uno degli aspetti impressionanti di questo disturbo è che queste pazienti, a causa di un disturbo dell’immagine corporea, continuano a vedersi grasse anche quando sono “ridotte all’osso”. Questo disturbo è caratterizzato da una discrepanza tra l’immagine che la paziente ha di sé e quella che tutti gli altri vedono: questa discrepanza assume talvolta le caratteristiche di un delirio. Molto raramente le pazienti ammettono di essere consapevoli del proprio aspetto emaciato e tuttavia continuano ad avere il terrore di un aumento di peso.

Il cibo e il peso diventano ossessioni e per alcune pazienti questa modalità compulsiva si manifesta con una strana ritualizzazione dell’alimentazione o con il rifiuto di mangiare di fronte ad altri. Frequentemente queste ragazze sono molto interessate alla cucina: raccolgono ricette e si dedicano alla preparazione di piatti complessi e raffinati per amici e parenti senza peraltro nemmeno assaggiarli.

Come Silvia, molte di loro praticano assiduamente esercizio fisico per perdere peso. Anche la scomparsa del ciclo mestruale è una caratteristica tipica del disturbo; i maschi con Anoressia divengono spesso impotenti.

Familiari e amici possono aiutare queste persone che soffrono di un Disturbo dell’Alimentazione a riconoscere il problema ed incoraggiarle ad intraprendere una cura. La ricerca in questo campo ha dimostrato che coloro che vengono curati precocemente hanno maggiori possibilità di guarigione rispetto a chi attende degli anni prima di richiedere un aiuto, sia medico che psicologico.

Circa il 3% di giovani donne si ammala di Bulimia Nervosa, un Disturbo dell’Alimentazione che porta prima ad abbuffarsi con grandi quantità di cibo e, successivamente, a tentare di liberarsi del cibo ingerito per non ingrassare, ad esempio vomitando volontariamente, abusando di lassativi facendosi clisteri o praticando esercizio fisico in modo compulsivo.

Lisa si ammalò di Bulimia Nervosa a 18 anni: la strana maniera di alimentarsi esordì in concomitanza con una dieta. Seguiva un regime dietetico molto restrittivo, inoltre faceva ginnastica per perdere peso ma, mangiando ingenti quantità di cibo, riusciva a mantenere il peso soltanto forzandosi a vomitare. Lisa si sentiva come sul punto di esplodere, irritabile, spaventata e depressa. Non riusciva a capire il perché del suo comportamento e pensava che nessuno avrebbe potuto capirla. Si sentiva sola e abbandonata. Quando le cose non andavano bene veniva sopraffatta da un incontrollabile desiderio di dolci: mangiava grandi quantità di cioccolata e caramelle sino a che si sentiva esausta con dolori allo stomaco. Poi, piena di sensi di colpa e di disgusto, si auto-provocava il vomito. Si vergognava tanto del suo comportamento da tenerlo attentamente nascosto finché, molto depressa a causa del peggiorare dei suoi problemi, tentò il suicidio, non riuscendoci. Durante la degenza in ospedale fu sottoposta ad una terapia di gruppo dove trovò la comprensione e l’aiuto di cui aveva bisogno.

La famiglia e gli amici possono avere qualche difficoltà nel riconoscere la presenza della Bulimia. Molte persone con questo disturbo, infatti, mantengono un peso corporeo normale o comunque stabile a causa dei frequenti episodi di ingestione-eliminazione: questi episodi possono presentarsi da una/due volte la settimana a più volte il giorno, in genere alternati ad una rigida restrizione dietetica tra una crisi e l’altra.

Circa la metà delle persone con Anoressia sviluppa Bulimia: entrambi i disturbi iniziano nell’adolescenza e sono più frequenti nel sesso femminile. Molte delle persone con Bulimia si vergognano delle loro strane abitudini e non cercano aiuto finché non raggiungono i 30-40 anni, quando il loro comportamento alimentare è così consolidato da rendere più difficile un cambiamento.

Nei Disturbi dell’Alimentazione, i comportamenti alimentari anomali diventano un modo, un tentativo, di gestire l’ansia e lo stress.