Principi di Ecobiopsicologia
La nostalgia della bellezza e dell’armonia che vincola in legami indissolubili, ancorché di difficile interpretazione, il rapporto mente/corpo dell’uomo, la sua anima e le relazioni che essa intrattiene con la natura, sono il campo di studio dell’Ecobiopsicologia; una disciplina che si situa come sviluppo della psicoanalisi e della psicologia analitica junghiana in accordo con le più recenti acquisizioni delle scienze delle complessità, e studia l’archetipo del Sé come dimensione unificante la materia e la psiche, sia che riguardi l’uomo che la natura. 1
Col tempo la psicologia classica e la psicanalisi hanno dovuto inevitabilmente fare i conti con la riattualizzazione della attività arcaiche, la mitologia, la filogenesi, l’ontogenesi e il concetto più ampio di evoluzione.
L’ecobiopsicologia parte dal principio basilare junghiano sull’implicazione di un vero e proprio Inconscio Collettivo. Esso “è più antico della coscienza e consta di contenuti che rappresentano il modo di reagire dell’umanità fin dai suoi inizi, indipendentemente da differenziazioni storiche, etniche o di altro genere – in situazioni di natura genericamente umana, quali la paura, il pericolo, le lotte contro le forze superiori, le relazioni fra i sessi o fra i figli e i genitori, le figure del padre e della madre, il comportamento di fronte all’odio o all’amore, alla nascita e alla morte, la potenza dei principi dell’oscurità e della luce, ecc” 2.
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