Quando l’ansia diviene insopportabile

Sento spesso dire: “Sono molto ansiosa”, “Ho un’ansia alle stelle”, “Quest’ansia non la sopporto più, non mi fa più vivere!”.

Ma che cos’è l’ansia di cui si parla?

All’interno di un  primo episodio di attacco di panico, l’ansia si manifesta spesso con i seguenti sintomi (solo per citarne alcuni): tensione diffusa nel corpo, tachicardia, tremori, pallore in viso, respirazione affannosa.

Di fronte ad una sintomatologia così devastante, esiste una cura? C’è un rimedio efficace?

Se si ragiona in termini emotivi, l’attacco di panico assomiglia molto ad un’emozione che si sperimenta di fronte a una situazione di pericolo: la paura. Si pensi ad un animale inseguito da un predatore: non ha forse questi stessi sintomi allorquando avverte la minaccia di essere catturato?

Quale è allora la paura di chi soffre di attacchi di panico?

Essa dipende dalla storia di vita individuale, e da quali siano le personali fragilità emotive e psicologiche, che in un momento specifico dell’esistenza vengono richiamate fuori da eventi di vita particolarmente stressanti, come, per esempio, un lutto, una separazione, un esame, perfino una promozione sul lavoro, in poche parole da tutto ciò verso cui si sente di essere impreparati.

Chi è ansioso però tende a non guardare dentro di sé, ma, per uno strano gioco della mente, tende a vedere esclusivamente nel luogo in cui si verifica l’attacco di panico il motivo del proprio malessere. Ecco allora che prende forma la paura del centro commerciale, o la paura di guidare in autostrada, a cui si rimedia evitando di tornarci e, se proprio non si può evitare di farlo, non senza la presenza di una persona da cui farsi proteggere.

Il pericolo quindi viene percepito esistere fuori da sé e al di là del proprio controllo personale.

L’intervento di uno psicoterapeuta diventa allora indispensabile, perché il cliente possa essere aiutato a riappropriarsi della propria vita interiore, delle proprie emozioni, dando loro una voce, identificando gli eventi relazionali che hanno determinato lo stato di malessere ed il loro senso. In tal modo, i sintomi ansiosi andranno a scemare poiché hanno ragione di esistere fino a che non vengono svelati i contenuti personali che sono da essi mascherati.

Quello che è stato illustrato è sicuramente una parte ridotta di quanto avviene durante una psicoterapia, che si può immaginare come un viaggio che si inizia in due, il cliente e lo psicoterapeuta, e che termina in uno, quando il cliente riprende a camminare e, perché no, anche a correre, con le proprie gambe.

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Claudia Apperti
sito web: www.claudiaapperti.it

Sono una psicoterapeuta cognitivista, iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio, n. 11635 e specializzata in problematiche legate all’ansia, come: attacchi di panico, agorafobia, fobia sociale, ossessioni e compulsioni. Il mio approccio da ampio spazio, fin dall’inizio del percorso terapeutico, all’analisi della condizione di vita attuale del cliente (emozioni, pensieri, azioni) mirando al perseguimento del suo benessere  e adattamento. La psicoterapia ha una durata variabile ma contenuta ed è centrata su obiettivi concordati con il cliente, in modo da poter monitorare periodicamente i progressi fatti. L’approccio cognitivista è infine rivolto a persone di tutte le età ed estrazione culturale, essendo pratico e privilegiando l’uso di un linguaggio semplice e concreto.