Principi di Ecobiopsicologia

La nostalgia della bellezza e dell’armonia che vincola in legami indissolubili, ancorché di difficile interpretazione, il rapporto mente/corpo dell’uomo, la sua anima e le relazioni che essa intrattiene con la natura, sono il campo di studio dell’Ecobiopsicologia; una disciplina che si situa come sviluppo della psicoanalisi e della psicologia analitica junghiana in accordo con le più recenti acquisizioni delle scienze delle complessità, e studia l’archetipo del Sé come dimensione unificante la materia e la psiche, sia che riguardi l’uomo che la natura. 1

Col tempo la psicologia classica e la psicanalisi hanno dovuto inevitabilmente fare i conti con la riattualizzazione della attività arcaiche, la mitologia, la filogenesi, l’ontogenesi e il concetto più ampio di evoluzione.

L’ecobiopsicologia parte dal principio basilare junghiano sull’implicazione di un vero e proprio Inconscio Collettivo. Esso “è più antico della coscienza e consta di contenuti che rappresentano il modo di reagire dell’umanità fin dai suoi inizi, indipendentemente da differenziazioni storiche, etniche o di altro genere – in situazioni di natura genericamente umana, quali la paura, il pericolo, le lotte contro le forze superiori, le relazioni fra i sessi o fra i figli e i genitori, le figure del padre e della madre, il comportamento di fronte all’odio o all’amore, alla nascita e alla morte, la potenza dei principi dell’oscurità e della luce, ecc” 2.

L’organismo vivente è inteso come sistema complesso e dinamico in equilibrio con l’entropia. Per complessità dilatiamo la dimensione verso la spiritualità, il misticismo, le scienze orientali, l’immortalità dei simboli, la fisica, la biologia, la sociologia e le teorie del caos.

All’interno di una dimensione della scienza integrale “[…]ogni fenomeno o forma naturale si presta allo studio di diversi punti di vista e su differenti piani dell’esistenza; un organo del corpo umano può essere oggetto di studio biologico, chimico o fisico ma anche può intendersi come simbolo di un divenire filogenetico concretizzato bello spazio – tempo del microcosmo umano[…]” 3

Le immagini archetipiche, conscio, inconscio e comportamenti umani ci inducono ad un modello di studio tuttaltro che lineare. Per andare oltre un informazione di tipo scisso ma continuamente circolare la psicologia deve pretendere di individuare l’uomo e i suoi disagi come fenomeno olistico e complesso, connesso ad un ambiente fisico e psichico dove soggetto e oggetto coincidono.

Le fondamenta della psicologia analitica, indispensabili per un percorso complesso sono:

  1. il principio della totalità psichica
  2. il principio dell’energetica psichica.

Jung osserva che tutti i fenomeni psichici che siano consci o inconsci rappresentano un’infinitesima parte della psiche totale. “[…]Può essere paragonata ad una piccola isoletta attorno alla quale vi sta il mare inconscio e al centro di quest’isola si può situare ciò che noi chiamiamo l’Io, cioè quella parte della psiche che è destinata a permettere il nostro adattamento alla realtà esterna.” 4

Ai fini di un raggiungimento completo ad un sapere non più legato al criterio di causa-effetto l’ecobiopsicologia si interessa inoltre delle teorizzazioni orientali sulla visione dell’uomo in generale, in virtù del fatto che tali filosofie hanno allargato al massimo la ricerca sui fenomeni naturali che si muovono in senso circolare e come conseguenza abbiamo che le conclusioni e le premesse sono sempre in continuo divenire.

Da qui la filosofia taoista, il concetto di Ying e Yang, e in India la filosofia del Vedanta si inseriscono implicando elementi di simbolismo somatico, del resto l’ecobiopsicologia si presenta anche come psicoterapia psicosomatista.

Gian Marco Gregori ( a cura di)

1 Frigoli D., Ecobiopsicologia, psicosomatica della complessità, M&B, Milano 2004.

2 Jung C.G., Tipi psicologici, Bollati Boringhieri, Torino 1977.

3 Frigoli D. Dal pensiero mitico prelogico al pensiero razionale, in La forma l’immaginario e l’uno(saggi sull’analogia e il simbolismo), Guerini Studio, 1993 Milano.

4 Frigoli D., Ecobiopsicologia, psicosomatica delle complessità, M&B, Milano 2004.