Gli adolescenti hanno bisogno di autostima, e per questo devono essere aiutati dalle persone da cui sono circondati: i loro genitori, ma anche i loro insegnanti e i loro amici. Essere in grado di comunicare è il primo passo per riuscire a motivare i ragazzi, a metà strada tra l’infanzia e la maturità: è questo il motivo per cui potrebbero essere disorientati.
Un adolescente con poca autostima non è certo un’eccezione, ma questo non vuol dire che il problema – perché di problema si tratta – debba e possa essere sottovalutato. Certo, è bene tenere conto del fatto che l’età che precede la maturità è un periodo complesso, in funzione del quale chi la affronta deve affrontare un gran numero di sfide che non è detto sia capace di vincere. Non è semplice definire i comportamenti dei ragazzi e capire se le loro azioni siano il sintomo, la conseguenza e l’espressione di un disagio o semplicemente facciano parte di un processo di crescita – per così dire – fisiologico: un processo, cioè, per cui si ha a che fare con cambiamenti psichici e fisici di grande importanza, da cui dipende la conquista di una identità stabile e solida.
Per questo, se si è alle prese con un adolescente che ha poca stima in sé stesso, una via da seguire è quella del dialogo, che dovrebbe essere sempre tenuto aperto, così che si abbia l’opportunità di individuare i problemi emergenti e le emozioni con cui il ragazzo è alle prese. Ogni adolescente ha bisogno di sentirsi sostenuto e supportato, e per questo va invitato a esprimere quel che sente e quel che vuole. La presenza di una o più guide non è certo da trascurare, fermo restando che è opportuno cercare di non opprimere.
Un adolescente che soffre di bassa autostima rischia di sviluppare dei disordini del comportamento: non è detto che succeda sempre, ovviamente, ma è bene non abbassare la guardia. Come si suol dire, prevenire è meglio che curare, ed è consigliabile eliminare un fattore di rischio in grado di offrire agli adolescenti un appiglio grazie al quale giustificare i propri comportamenti non adeguati. Ma che cosa è, per un ragazzo, l’autostima? Non è altro che il frutto dell’accordo tra l’immagine che il ragazzo vorrebbe avere e quella che invece ha: parlando di immagine non si fa riferimento all’aspetto estetico, o comunque non solo a questo aspetto, ma a una visione a 360 gradi.
I genitori, d’altro canto, sono dei modelli importanti: un teenager con genitori che mostrano una scarsa autostima rischiano di esserne influenzati e di avere una visione del mondo e di sé stessi poco gratificante. Come fare, dunque per migliorare l’autostima? Per un ragazzo il compito più importante è quello di imparare ad accettare i propri limiti e a conoscere le proprie capacità: solo così può iniziare a entrare in rapporto effettivamente con sé stesso, con il suo essere reale e non con il suo essere desiderato. In caso contrario, rischia di sentirsi inferiore, perché non prova amore verso sé stesso e di conseguenza verso gli altri. Ansia, vergogna, caos mentale, confusione, salute non equilibrata, paura di mostrarsi, timori ingiustificati: sono tutti effetti di una carenza di autostima nel periodo adolescenziale.
Amleto Petrarca, psicoterapeuta Bologna