Disoccupazione, perdita del lavoro … sono temi fin troppo attuali, che stanno assumendo proporzioni sempre più estese ed importanti.
L’aspetto che salta maggiormente all’occhio quando ne sentiamo parlare, è la mancanza di un reddito stabile che consenta a queste persone di vivere una vita dignitosa, ma la disoccupazione non è solo questoè molto di più.
Disoccupazione e crisi d’identità
È inutile negare che l’aspetto economico è fondamentale, ma non è l’unica difficoltà che colui che vive l’esperienza della disoccupazione si trova a gestire.
Il disoccupato non è solo colui che manca di un reddito sicuro, ma una persona che sente di non avere o di aver inesorabilmente perso una propria collocazione nella società, è una persona che sente di non possedere una propria chiara identità.
Una percezione non facile da gestire che porta a provare grande malessere, a volte conduce alla depressione e a compiere scelte estreme.
Il lavoratore struttura una propria immagine di sé e con essa una propria collocazione nel tessuto sociale, che gli consente di sentirsene parte attiva ed integrante. La perdita del lavoro quindi va a colpire in modo negativo due aspetti fondamentali: il ruolo sociale dell’individuo e la sua autostima.
Una condizione che accomuna molti di coloro che perdono il lavoro è proprio una gradualeperdita dell’autostima.
Nessuno ne è indenne, e questa condizione è indipendente dal lavoro precedentemente svolto. Può provarla un operaio, quanto un imprenditore, un commerciante e via dicendo.
Aldilà dei motivi economici la sofferenza sarà tanto maggiore quanto era forte l’attaccamento nei confronti del proprio lavoro, e la propria identificazione identitaria nei confronti dello stesso.
La perdita del lavoro soprattutto dopo molti anni è un evento difficile da digerire, che provoca vissuti molto forti di shock, confusione, senso di colpa, rabbia, svilimento, tristezza-depressione.
E mentre alcuni riescono a trovare in sé le giuste risorse per reagire e reinventarsi, altri faticano a percepire nuove possibilità. A volte occorre anche abituarsi all’idea di svolgere un lavoro al di sotto delle proprie aspettative, come momento di passaggio e nell’ottica di un successivo miglioramento. Tutto pur di non rimanere nell’isolamento delle quattro mura domestiche dove la depressione purtroppo è in agguato.
L’impatto che questo evento avrà sulla persona, è legato in modo importante alle differenze individuali e studi dimostrano anche alle differenze culturali, istituzionali e al funzionamento del sistema sociale.
Indagini hanno dimostrato ad esempio che in paesi dove il sistema sociale funziona bene, e ci sono aiuti economici per coloro che perdono il lavoro, questi individui comunque soffrono in quanto percepiscono di essere un peso per gli altri.
Chiaramente dove non ci sono aiuti economici concreti, le preoccupazioni per le spese quotidiane diventano paralizzanti.
Se prendiamo ad esempio la società americana, si tratta di una realtà che tende a responsabilizzare molto l’individuo. È opinione comune quindi che se questo non riesce a ricollocarsi è perché non fa le cose nel modo giusto, è sua piena responsabilità.
Disoccupazione differenze uomo-donna
Apparentemente sembra ci siano differenze tra l’uomo e la donna, e che sia l’uomo a risentire maggiormente della perdita del lavoro. Questo a volte porta ad un’inversione dei ruoli, il marito che sta a casa e la moglie che lavora.
Culturalmente parlando tale realtà a volte non è facile da accettare, l’uomo è sempre stato “colui che ha portato i soldi a casa”, mentre la donna con maggiore facilità ha la possibilità di rifugiarsi nel proprio ruolo di casalinga.
Questo anche se in parte è vero non possiamo certamente generalizzare, in quanto sia che si tratti dell’uomo o della donna, quando la scelta di rimanere a casa è forzata ciò comporta uno svilimento personale e comunque una sofferenza.
Anche se la donna sembra maggiormente protetta dalla depressione in quanto nonostante tutto può esprimersi nel proprio ruolo di madre e moglie, chiaramente ciò non vale per coloro che aldilà della famiglia, cercano a pieno diritto tramite il lavoro una propria autonomia e realizzazione personale.
Abbiamo ben compreso che il vissuto della disoccupazione e tutto ciò che ne consegue, non è facile da gestire sia da un punto di vista prettamente economico ma anche personale e sociale.
Ma a parte le moltissime difficoltà che indubbiamente si incontrano, non dobbiamo mai dimenticare che ognuno di noi può trovare in sé le giuste risorse per ripartire e reinventarsi.
Anche se in questo momento ciò che vediamo è un pozzo nero senza fine e alcuna possibilità di trovare una soluzione, è possibile risollevarsi e trovare in sé la giusta energia e atteggiamento per mettersi nuovamente in gioco, e perché no trovare nuove e soddisfacenti opportunità.
Il primo e fondamentale passo è crederci e “non gettare la spugna”, è tutto perso solo quando si smette di lottare! La paura, la tristezza, lo sconforto, i pensieri negativi, la sensazione di “non avere più la terra sotto i piedi”, sono uno step a volte inevitabile di tale condizione. Ma c’è molto di più e dipende soprattutto da noi volerlo credere, voler insistere e combattere per una nuova opportunità.
Sono molte le difficoltà che nel corso della vita ci troviamo inesorabilmente ad affrontare, la perdita del lavoro può essere una di queste. Anche se non tutto dipende da noi chiaramente, dipende da noi credere nelle nostre risorse, reinventarci e nonostante il dolore trovare una nuova e più promettente strada da percorrere.
In questi casi anche la figura dello psicologo online, può essere utile ad affrontare queste situazioni di disagio.
Dott.ssa Monia Ferretti
Psicologo – Psicoterapeuta