Negli ultimi periodi in televisione, in radio e sui giornali, si parla molto dei disturbi sessuali. Comunemente si pensa che, nel XXI secolo, sono poche le persone che soffrono di questi disturbi. Forse quest’idea nasce dal fatto che siamo culturalmente più evoluti, siamo più disinibiti rispetto ai tabù sessuali che hanno vissuto i nostri nonni, invece, è proprio questa eccessiva disinibizione sessuale che influisce sulla propria sessualità, sulla propria intimità (che poi tanto intima non lo è più) manifestandosi con disturbi psicosessuali. Oggigiorno fare sesso sembra un obiettivo da raggiungere, dopo il quale resta solo frustrazione e malessere interiore, correndo il rischio di perdere quelle sensazioni piacevoli che sono alla base di un rapporto di coppia, come il solo piacere del contatto della pelle, del calore umano, della condivisione delle proprie emozioni con il partner.
In questo articolo si voleva porre l’attenzione sui disturbi psicosessuali femminili: l’anorgasmia, il vaginismo e la dispareunia.
L’ANORGASMIA è una ricorrente e persistente inibizione, ritardo o assenza dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione, durante un’attività sessuale adeguata.
Alcune donne sono capaci di raggiungere l’orgasmo mediante la stimolazione clitoridea non coitale, ma sono incapaci di raggiungerlo durante il coito in assenza di stimolazione manuale. Ciò in alcuni casi rappresenta un’inibizione patologica, mentre in altri rappresenta una normale variante della risposta sessuale femminile. Per operare una tale distinzione è opportuna un’attenta valutazione del comportamento sessuale.
Riguardo l’eziologia è possibile che si tratti di cause superficiali : autosservazione ossessiva durante il rapporto (spectatoring); cause dovute ad una insufficiente stimolazione clitoridea; cause relative a dinamiche intrapsichiche profonde e/o relazionali col partner. L’inibizione dell’orgasmo può avere, secondo la Kaplan, una prognosi molto buona con la terapia sessuale.
L’obiettivo primario della terapia della disfunzione orgasmica è di diminuire o di eliminare il supercontrollo involontario del riflesso orgasmico. “Il trattamento consiste nell’insegnare alla paziente a focalizzare la sua attenzione sulle sensazioni premonitorie associate alla particolare funzione riflessa…..la paziente deve imparare a non rinnegare queste sensazioni premonitorie…” (Kaplan, 1976).
Il VAGINISMO si manifesta con una contrazione involontaria della muscolatura vulvo-perineale tale da impedire la penetrazione. L’intensità della contrazione può essere così grave e prolungata da causare dolore.
Il desiderio nei confronti del rapporto sessuale e il piacere sono conservati e vissuti per quanto concerne l’attività clitoridea in un rapporto di conoscenza e accettazione dei genitali esterni, mentre, è anche conservata una tenace ignoranza nei confronti dei genitali interni.
Questa disfunzione è piuttosto anomala, in quanto non è un disturbo del desiderio, né della fase di eccitazione, né di quella di orgasmo, quindi non può essere collocata all’interno della visione trifasica.
La DISPAREUNIA è un dolore genitale associato al rapporto sessuale. Sebbene si presenti più comunemente durante il coito, essa può anche insorgere prima o dopo il rapporto. Il disturbo può manifestarsi sia nei maschi che nelle femmine.
Tra le cause psicologiche del vaginismo troviamo: tentativi di stupro, educazione religiosa molto rigida, cattiva informazione sulla fisiologia dell’atto sessuale, impotenza del partner.
Tra le cause organiche della dispareunia femminile troviamo: spasmo dei muscoli vaginali esterni, infezioni e irritazioni dei genitali esterni o della vagina, fimosi clitoridea, imene imperforato o rigido ecc.. Esiste anche la dispareunia maschile dovuta solo a cause organiche come: spasmo dei muscoli perineali, infezioni e tumori del pene, alterazioni anatomiche del pene, uretrite, infezione o ingrossamento della prostata ecc.
Di più difficile determinazione sono le cause psicologiche della dispareunia. Una costante sembra essere l’ostilità che, non riuscendo ad esprimersi direttamente verso il partner, trova sbocco nella somatizzazioni dolorosa. Sembra paradossale, ma è più facile accettare che i propri disturbi sessuali siano dovuti a cause organiche e non a cause psicologiche, in quanto è difficile mettersi in discussione o soffermarsi a guardare dentro di sé e vedere cosa c’è che provoca disagio; mentre se il problema è di natura organica è tangibile e di conseguenza vi è la “pilloletta” o il “bisturino” che risolve il tutto: “non sono IO che non vado bene, ma vi è una causa di forza maggiore”.
Concludo nel dire che non è tutto così riduttivo, avere dei disturbi sessuali sia di natura organica che psicologica porta una forte sofferenza psichica, in quanto è una parte di sé che viene messa in discussione e si ha la sensazione essere incompleti; ma con l’aiuto di esperti professionali (psicologi, sessuologi, ginecologi) si può risolvere il problema, mirando dei trattamenti terapeutici specifici ad ogni singola disfunzione psicosessuale.
2 commenti su “I disturbi psicosessuali femminili”
I commenti sono chiusi.
Cara dottoressa,
dopo avere raggiunto l’orgasmo, il più delle volte dopo quello vaginale, ma a volte anche dopo quello clitorideo, comincio a tossire e vomito. Mi succede da un paio di anni sistematicamente, sono sposata da 10 e prima non accadeva. Ha un significato psicologico preciso?
Mara
Buonasera dottoressa!
Mi chiamo andrea e volevo ringraziarla per avermi chiarito qualche idea in merito ai problemi che ho con la mia patner … in breve lei non ha mai raggiunto l’orgasmo anche perchè me lo ha detto chiaramente e credo che questo sia dovuto proprio al supercontrollo involontario del riflesso orgasmico come scritto nel suo testo . E’ importante sapere che la mia patner con la quale sto da circa 7 mesi ( lei ha 23 anni , io 39 ma stiamo molto bene insieme e siamo entrambi innamorati) ha avuto grossi problemi nell’infanzia ; le riassumo brevemente : non ha mai visto il padre, non ha buoni rapporti con la madre , ha vissuto con i nonni iquali sono morti entrambi, attualmente studia lavora e vive in casa con altri studenti . Ho fatto un quadro della situazione per farle capire la situazione generale ; come posso fare per aiutarla ?? e come posso fare per ricreare una situazione sessuale tendente al normale ???
grazie !!! saluti
Andrea