Hikikomori nuovo stile di vita o nuova patologia?
Dalla seconda metà degli anni “80 nel sol levante si è iniziato a parlare di Hikikomori, che letteralmente significa: stare in disparte, con questa terminologia lo psichiatra giapponese direttore del Sofukai Sasaki Hospital che la coniò, Saito Tamaki , definì il comportamento osservato in diversi giovani che avevano scelto di ritirarsi dalla vita sociale. Gli Hikikomorian, ossia coloro che praticano l’Hikikomori, hanno la tendenza a ritirarsi nella propria stanza senza più uscirne per lunghi periodi di tempo, si tratta di un autoreclusione della durata superiore ai 6 mesi, in cui non si hanno contatti con l’esterno, vengono abbandonati gli amici e ogni forma di comunicazione con la famiglia. Questo fenomeno coinvolge soprattutto i giovanissimi, infatti è stato riscontrato in ragazzi di 12 anni, non mancano casi di persone di un età maggiore come i 30 anni. Riguarda soprattutto soggetti di sesso maschile con un estrazione sociale medio-alta. Lo stile di vita del giovane hikikomorian si caratterizza da una vita sedentaria, dedica il proprio tempo ai fumetti e al pc, inverte il ritmo sonno-veglia, consuma il cibo in solitudine escludendo ogni contatto esterno.
Esistono differenze socio-culturali tra il fenomeno Hikikomori giapponese e quello europeo, poiché il fenomeno appare come una forma di ribellione contro il sistema sociale che si differenzia tra l’Occidente e l’Oriente. La cultura giapponese è caratterizzata dalla presenza di regole eccessivamente rigide ed i giovani si ribellano proprio a queste rifugiandosi nella propria abitazione, come forma di protesta silenziosa, in Occidente, invece, è proprio l’assenza di un sistema coerente e sistematico di regole sia sul piano sociale, relazionale che lavorativo a creare nel giovane la percezione di sentirsi incapace, inadeguato, a non saper trovare il proprio ruolo nel mondo, per cui tende a rifugiarsi nel mondo a lui più rassicurante. Un’altra differenza tra il fenomeno dell’Hikikomori in Oriente e quello Occidentale è che gli hikikomorian europei fanno un uso eccessivo delle nuove tecnologie, mantenendo un contatto con l’esterno tramite internet, per tale ragione questo fenomeno spesso viene associato e confuso con il disturbo da dipendenza da internet (IAD). La comunicazione virtuale per gli hikikomorian europei rappresenta l’unica forma di relazione. Alcuni medici hanno osservato che la mancanza di contatto sociale e la prolungata solitudine determinano nei giovani una perdita delle competenze sociali e comunicative. Purtroppo però le persone coinvolte in questo fenomeno non si rendono conto della gravità, per cui non sentono alcun bisogno di richiedere aiuto, proprio per tale ragione è importante che vi sia informazione in modo da aiutare chi è già coinvolto attraverso un aiuto psicoterapeutico o prevenire il fenomeno.