Capitano dei momenti nella vita nei quali il Mondo sembra crollare addosso, terremoti psicologici all’interno dei quali appare molto difficile trovare soluzioni possibili. In quei momenti ci rendiamo conto di quanto sia importante avere accanto persone che ci indirizzano verso strade costruttive e non distruttive.
Altra esilarante commedia da vedere la pellicola: Nessuno mi può giudicare, per la Regia di Massimiliano Bruno, nelle sale in questi giorni, ci mostra una insolita Paola Cortellesi alle prese con una prematura vedovanza ed una altrettanto imprevista povertà.
La sua trasformazione da “burina” dei castelli romani a gentile signora avviene attraverso due passaggi non facili: la prostituzione e la vita all’interno di un quartiere di extra-comunitari senza una lira ma pieni di entusiasmo e sogni.
Qui Paola-Alice scopre i veri valori della vita e soprattutto l’Amore, ancora una volta trionfante e inaspettato, sotto le spoglie di un sexy Raoul Bova che in una scena sembra trasformarsi in Mister Maglietta bagnata.
Paola-Alice alla morte del marito avvenuta incidentalmente si trova con un debito da pagare superiore alle sue forze e l’unica strada per toglierselo è quella di ricorrere al mestiere più antico del mondo, quello tradotto in gergo moderno dal termine escort, ripreso forse da una macchina degli anni ’60.
Ad aiutarla nel suo intento Eva, una sensuale rossa che no disdegna sguardi languidi e parole sussurrate a quanti si trovino sulla sua strada. Esilarante excursus nel mondo maschile attraversi i clienti di Eva che generosamente li passa ad Alice.
Le soluzioni arrivano, l’ironia non manca, la sceneggiatura di Massimiliano Bruno ed Edoardo Falcone è esilarante, il titolo ripreso da una canzone simbolo di Caterina Caselli è azzeccata e la visione è consigliata a tutti coloro che vedono la vita in maniera troppo stereotipata al punto da non trovare soluzioni creative – anche senza arrivare a questi estremi -.
Nel cast anche Rocco Papaleo che detesta i neri e si innamora di una nera e che detesta gli omosessuali non sapendo che ne ha uno in famiglia. Di fronte a queste scoperte si dimostrerà molto più aperto di molti che non palesano la loro avversione verso alcune categorie sociali.
Ancora due risate e forse fra il serio e il faceto alcune questioni importanti sulle quali interrogarsi mentre fa capolino un altro capolavoro della storia dell’arte a ricordarci quanto l’Amore sia imprevisto, imprevedibile e burlone certe volte. E’ un opera di Tiziano che raffigura Eros, chiamato Cupido dai romani e ricordato come figlio di Afrodite, mentre viene bendato da Venere, alla presenza di Anteros, il fratellino antagonista. Eros, è il putto che ci fa desiderare di guardare le immagini che ci procurano il Piacere sensoriale, Venere bendandolo sembra privilegiare invece Anteros, simbolo dell’intelligenza di scrutare le emozioni estetiche che suscitano la Voluptas, il piacere di conoscere l’anima in tutte le sue manifestazioni e metamorfosi. E questa sembra essere la grande metamorfosi di Alice e probabilmente di tutte le persone che si innamorano.
E voi siete in un momento Eros o Anteros? A tutti voi la domanda…
Dr.ssa Paola Dei
Pedagogista
Psicologo Psicoterapeuta
Psicologo dell’Arte Art Terapeuta (IGKGT-CH)
Consulente in Psicologia dello Sport
Consigliere GSA (Giornalisti Specializzati)
Contatto E-Mail: dr.ssapaoladei@libero.it