Memoria e apprendimento

Letteralmente la memoria è definita come la “funzione mentale complessa grazie alla quale stati di coscienza precedenti ( connessi con l’esperienza o l’insegnamento) vengono rievocati o rivissuti .” La classificazione,per tipo di informazione, comprende due tipi di memoria : – la memoria procedurale – la memoria semantica La prima è antica dal punto di vista evolutivo e compare in organismi primitivi come gli invertebrati. Essa è legata essenzialmente alle attività senso-motorie che determinano comportamenti ed abitudini legate alla pratica e alle azioni che vengono quotidianamente svolte e si concretizzano nel “saper fare”( guidare, fare uno sport, ecc.). La memoria semantica invece si è sviluppata più tardi nel corso dell’evoluzione ed è presente nei mammiferi superiori e naturalmente nell’uomo.Essa dipende dal buon funzionamento della corteccia cerebrale, è una memoria dichiarativa o esplicita che comprende informazioni relative al “sapere”( conoscenze relative all’uso della lingua, dei vocaboli del loro significato). La classificazione della memoria si basa anche sulla durata della ritenzione del ricordo e identifica tre tipi di memoria: – memoria sensoriale (conserva le informazioni veicolate dagli organi di senso che possono essere poi trasferite nella memoria a breve termine ) – memoria a breve termine (conserva le informazioni per la durata di alcuni minuti, si sviluppa come la memoria sensoriale tramite modificazioni transitorie della connessione tra le cellule nervose ) – memoria a lungo termine (conserva tutte le informazioni del nostro passato e si realizza tramite modifiche più stabili della struttura neuronale ). – memoria episodica ( legata a quella autobiografica , riguarda periodi, eventi ed episodi che hanno lasciato traccia nella nostra memoria ) I meccanismi della memoria sono complessi e gli emisferi cerebrali, destro e sinistro si differenziano per le loro competenze.

L’emisfero sinistro è sede dell’astrazione, è analitico, razionale e logico ( sede dell’area del linguaggio ) mentre l’emisfero destro è creativo e sintetico e funziona mediante meccanismi di associazione. Il corpo calloso, struttura nervosa che si trova alla base dei due emisferi, fa da ponte, mettendo in comunicazione la parte destra e sinistra degli emisferi cerebrali consentendo ad essi di scambiarsi le informazioni. Il cervello, come ogni altra parte del corpo, va incontro a periodi di crescita. Da 3 a 6 anni si sviluppano i circuiti cerebrali frontali implicati nei processi di acquisizione del linguaggio e dell’attenzione, da 7 a 15 anni la crescita interessa le aree temporo-parietali implicate nell’apprendimento linguistico elaborato e nella scrittura, da 16 a 20 anni le aree che subiscono ulteriori modificazioni sono quelle frontali coinvolte nell’evoluzione del comportamento e nella capacità di controllare le emozioni e gli impulsi. Nel periodo dell’adolescenza ( 11-12 anni ) il pensiero diventa ipotetico-deduttivo e sistemico, esso cioè tiene conto di un insieme di variabili e consente di rappresentare i problemi in modo diverso dall’ottica tradizionale e di costruire tutte le possibili ipotesi in situazioni che richiedono una scelta. In questo periodo della vita i cambiamenti riguardano sia il piano cognitivo che emozionale. Sappiamo tutti che l’adolescenza è un periodo critico in cui avvengono trasformazioni evidenti dovute all’aumentata produzione ormonale che trasforma la struttura corporea preparando l’individuo all’età adulta. Non si può dissociare l’apprendimento dalla memoria perché l’apprendimento è lo stadio attivo e la memoria lo stadio “passivo” di un solo e unico processo di acquisizione delle informazioni. La memoria e il processo di memorizzazione si fondono entrambi sulle emozioni positive, le immagini e le associazioni che rendono l’attività cerebrale sempre capace di cambiare la propria struttura in seguito all’adattamento apprenditivo che si sviluppa con l’esperienza. La motivazione è un aspetto fondamentale nell’acquisizione di nuove conoscenze e in ambito didattico rappresenta una base valida per organizzare conoscenze significative e durature nel tempo. Il pedagogista francese A.Giordan così esprime le sue idee a proposito delle rappresentazioni mentali degli alunni :” Si pone l’interrogativo di sapere come far passare le conoscenze perché esse conservino la loro qualità ed efficacia.

Un gran numero di ricerche dimostra che non è perché l’insegnante ha esposto il programma ed ha svolto il corso con serietà che ha fatto acquisire il sapere. Questo non si integra per semplice trasmissione passiva da una persona “che sa “ a un allievo ignorante. L’insegnamento di un sapere è un processo complesso perché attivo…Le recenti ricerche di psicologia, di didattica e di epistemologia hanno messo in evidenza l’importanza della motivazione o almeno del sentimento di utilità del sapere, l’elaborazione continua e individuale, per approssimazioni successive delle conoscenze a partire dalle concezioni e dai sistemi di pensiero dei discenti….Il sapere non colma un vuoto, ma si sostituisce, poco a poco a delle rappresentazioni spontanee che esprimono la visione che i ragazzi hanno del mondo….”. Secondo Giordan il ruolo dell’insegnante deve essere quello di “mediatore” che ha il compito di : -ampliare l’esperienza degli alunni stimolando le capacità di osservazione, comparazione e sperimentazione -facilitare il distacco dalle sue rappresentazioni mentali spontanee proponendo esperienze reali in cui si procede per tentativi ed anche errori -condurre gli alunni a confrontare ipotesi e a ristrutturare le nuove conoscenze. L’alunno infatti non è “tabula rasa” ma possiede già delle preconoscenze che ha tratto dalla sua vita quotidiana. Secondo Piaget la conoscenza si acquisisce attraverso un processo attivo e dinamico di interazione tra soggetto ed oggetto che avviene mediante due meccanismi: -l’assimilazione in cui l’individuo filtra gli stimoli ed assimila alcuni elementi (come nel processo di assimilazione biologica ) che sceglie in funzione dei suoi strumenti intellettivi. -la sistemazione o accomodamento in cui il soggetto ristruttura le sue conoscenze precedenti alla luce delle nuove esperienze. In questo delicato “riequilibrio” l’insegnante fornirà all’alunno le conoscenze tra le quali lui stesso sceglierà alcuni elementi e ne scarterà altri. Piaget sostiene che : “Lo sviluppo della conoscenza oggettiva è una progressiva interiorizzazione nella comprensione della realtà e una interiorizzazione nell’elaborazione degli strumenti di assimilazione”. La memoria e l’apprendimento rappresentano due facce di una stessa medaglia. Se si paragona il cervello ad un supermercato con tante merci pronte alla vendita si può dire che l’apprendimento è il responsabile dell’acquisto delle merci e la memoria è la responsabile del loro immagazzinamento. Per apprendere i contenuti di ogni disciplina occorre utilizzare un metodo di indagine che abbia la possibilità di operare collegamenti, stabilire analogie e differenze con altri concetti,in una rete di relazioni continuamente adattate e adattabili a situazioni reali e nuove. Tutto questo serve a sviluppare la memoria in modo intelligente cioè in funzione dell’apprendimento. Secondo Carl Rogers fondatore della psicologia umanistica “l’individuo deve imparare come apprendere poiché la maggior parte delle cose che gli si insegnano oggi saranno superate entro vent’anni, ma se ha imparato come apprendere egli può procedere nella vita aumentando le proprieconoscenze, continuando ad allargare la sua vita intellettuale”.

Laura Alberico

Bibliografia
A.Oliverio e Anna Oliverio Ferraris:“Le età della mente” –Rizzoli 2004
A.Oliverio : “L’arte di ricordare”- BUR 2004
A.Oliverio : “L’arte di pensare” – BUR 2000
A.Giordan : “Una didattica per le scienze sperimentali”- Armando

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