Siamo un corpo e abbiamo un’anima o siamo un’anima e abbiamo un corpo?
Da questo apparente gioco di parole derivano profonde differenze nelle posizioni che prendiamo nei confronti della vita, della sofferenza, della morte.
“Anima” è una parola molto evocativa, dotata di molteplici sfumature. Di anima parlano teologi, filosofi, psicologi e, forse, tutti almeno una volta nella vita!
Ma che cos’è l’”anima”, se così si può dire, per la scienza?
A questo argomento è dedicato il nuovo libro di Eduard Punset, il più grande e apprezzato divulgatore scientifico spagnolo, avvocato, economista, politico e scrittore eclettico ed efficace, che ha voluto affrontare i dubbi che tutti noi ci poniamo, se non altro implicitamente: c’è in noi una doppia essenza, spirito e materia, oppure un’unica realtà, per quanto complessa ed evoluta?
Per www.paginedilibri.com la psicologa dott.ssa Marisa Nicolini ha intervistato Punset per approfondire alcuni dei temi più scottanti trattati nel libro “L’ANIMA E’ NEL CERVELLO. Radiografia della macchina per pensare”, edito da Tropea i Trofei (Milano).
Certo, il cervello non è solo fatto di percezioni coscienti, depositate in memoria nelle rispettive aree primarie, né si esaurisce con le attività integrative e di pensiero rese possibili dalle aree secondarie.
L’enorme, sorprendente, originale lavoro del cervello comprende anche inaspettati atti di creatività, prese di decisioni che ci rendono soggetti della nostra esperienza vitale, e non meri esecutori che rispondono a stimoli linearmente determinati.
L’”anima” a cui si riferisce Punset, l’anima trattata dalle neuroscienze, è appunto la capacità di decidere e scegliere che, in un individuo integrato e sano, è una funzione propria del cervello, di quella parte del cervello più recente ed evoluta che è la porzione frontale.
Una grossa scoperta della neuroscienze è l’aver permesso, infatti, di stabilire che l’autodeterminazione è nella neocorteccia: nei lobi frontali, come storicamente acquisito, e in quelli parietali, come recentemente sostenuto in una ricerca anglosassone condotta insieme all’Università di Chieti.
Libro – e intervista con l’autore – molto interessanti, da consigliare a chi vuole approfondire, senza necessariamente sostenere un esame di neurobiologia, il ruolo del pensiero cosciente e inconscio, della percezione, delle emozioni, nella costruzione di quel fantastico “labirinto” cerebrale (o, meglio, mentale) in cui, ancora sorprendentemente, la maggior parte di noi riesce a ritrovarsi. Giorno dopo giorno. E su livelli crescenti di consapevolezza. E’ per sperimentare tutto questo che commettiamo errori… e viviamo.