..stamattina sono tornata a spulciare in questo sito dopo
tanto tempo, alla ricerca di qualcosa che mi potesse aiutare emotivamente in
questo momento... e sono incappata (nel senso positivo) del post di
LadyAnsia e mi sono detta: allora non sono l'unica!! Questa cosa mi ha
marginalmente rincuorata, sapere che non si è soli in questo tipo di emozioni
fa bene al cuore, perchè sai che qualcuno che ti capisce davvero c'è.
Come avrete capito io vivo una situazione simile/uguale alla vostra, proverò a
riassumerla e poi vi dirò le mie considerazioni.
Io di anni ne ho 37, compiuti da poco. Mio padre è un uomo dal carattere molto
autoritario, ma anche molto fragile; nella vita professionale ha raggiunto un
livello di carriera buono, con molti riconoscimenti per la sua professionalità;
la sua attitudine migliore è stata quella di far andare le cose di tutti come
voleva lui. Mia madre è casalinga, è una donna dal carattere battagliero, ha
vissuto un po' in balia di mio padre. Mio padre è stato ed è una persona che dalla
vita ha sempre voluto il meglio, anche nelle piccole cose.. è stato cresciuto
(e rovinato) da mia nonna con la convinzione che nella vita si è vincenti
quando si ha il meglio.. e il meglio era un buon lavoro, una laurea, dei bei
vestiti, una solida posizione sociale. Lui non ha preso la laurea, ma sul
lavoro ha avuto grosse soddisfazioni. E per lui avere una laurea che ti
permette di avere un buon lavoro, una carriera è il massimo a cui bisogna
aspirare. Ricordo che quando mio fratello, che alle scuole medie non andava
bene, scelse di fare il liceo perchè poi voleva iscriversi a ingegneria, mio
padre gli disse "Se non sei promosso tutti gli anni ti mando a fare il
meccanico": per lui non era possibile che "una capra" potesse
arrivare addirittura a laurearsi in ingegneria, non lo meritava, per cui
piuttosto che vedere i possibili fallimenti scolastici preferiva vedere il
proprio figlio fare il meccanico. Mio fratello al liceo andò benissimo ed è
diventato un ingegnere come desiderava... ma mio padre ha sempre cercato di
indirizzarlo verso cio' che per lui era la cosa migliore: gli procurava
colloqui di lavoro con imprese di prestigio e una volta gli fece lasciare un
lavoro temporaneo perchè era riuscito a fargli fare un colloquio con una ditta
di Milano e dava per scontato, ancor prima che il colloquio avvenisse, che lo
avrebbero preso. Mio fratello, che più di me ha sofferto emotivamente il non
essere adeguatamente compreso per quello che è, per un po' è stato un automa
nelle mani di mio padre (soffocando il proprio malessere nell'alcol), poi piano
piano si è costruito il suo futuro lavorativo e ora è completamente autonomo.
Quando è stato il mio turno per la scelta della scuola superiore, per lo stesso
principio di prima (laurea=buon lavoro=vincente), io HO DOVUTO scegliere il
liceo... ma i risultati sono stati ovviamente un disastro, perchè al contrario
di mio fratello che aveva desiderato quel percorso, io ho dovuto farlo contro
la mia volontà; io avrei desiderato fare la scuola per geometri e poi architettura,
ma per mio padre il geometra era un diploma del cazzo, vuoi mettere il diploma
a liceo? Dopo 6 anni (fui bocciata in terza, gli altri anni sempre rimandata)
dovevo scegliere l'università e io avrei voluto frequentare il DAMS di Bologna,
avevo interessi artistici e il mio desiderio era quello.. ma ovviamente non
andava bene, un po' perchè "come faccio a mantenerti a Bologna" e un
po' perchè "ma che laurea è". Quindi scelgo di iscirvermi a Lingue;
perdo due anni, in cui faccio solo 3 esami; cambio facoltà e mi iscrivo a
Lettere, con l'intenzione di laurearmi in storia del teatro. In tutto questo
cresceva in me il desiderio di indipendenza, di esperienze lavorative che mi
dessero qualcosa di concreto. A 27 anni mi mancano ancora 6 esami e mi capita
un'occasione di lavoro che non mi faccio scappare... i miei genitori non mi
dicono nulla, mi chiedono solo di non lasciare gli studi... ma una sera di
Natale di qualche anno dopo di nascosto sento che dicono a un parente che
quando ho detto loro che avevo trovato lavoro era stato come una pugnalata alla
schiena, che ero una ragazza che non sapeva cosa voleva dalla vita (..e ce
credo: non ho mai potuto viverla la mia vita!). Durante i 7 anni di lavoro
ovviamente non do esami, non riesco a studiare e lavorare, anche se nell'ultimo
anno prima di licenziarmi riesco a dare due esami di poco conto, che non
richiedevano grande impegno. Dopo 7 anni mi licenzio per trasferirmi di città
con il mio compagno.... l'unica cosa che mio padre mi dice (e con tono
autoritario!) è "Ricordati che il tuo scopo è uno solo!".
Ora... sono arrivata a 37 anni, con 1 esame + tesi per concludere il percorso
di studi............ e sono bloccata. Non ho le energie per affrontare questo
esame, sono psicologicamente bloccata. Da qualche mese vado da un'analista
perchè io non riesco a vivere la vita che vorrei: tutto è condizionato da cio'
che penserebbero i miei genitori, ho sempre il dubbio di fare la cosa
sbagliata, anche quella che per me è giusta. La mia analista, tra le varie
cose, mi dice che sono ancora "troppo figlia", che devo abbandonare i
panni di figlia-bambina e vestire quelli di donna, quale sono; mi dice che la
vita è la mia e la devo vivere secondo le mie inclinazioni; mi dice che ad un certo
punto bisogna uccidere quelli che lei chiama "genitori interiori" che
non ci permettono di vivere; mi dice che la mia psiche mi sta dando dei segnali
che continuare così (a voler accontentare gli altri) è per me deleterio e che
devo ascoltare questi segnali.
Io questa mattina (in realtà da molto prima) mi domando come si apossibile che
a 37 (37!) anni io debba ancora avere timore di dire ai miei genitori che ho
preso la decisione di rimandare l'esame e la laurea, che ho voglia di avere un
bambino, che voglio costruirmi il MIO lavoro come dico io, che voglio vivere la
mia vita come dico io!
E' difficilissimo uscire da certe gabbie mentali, ritrovare la fiducia in sé
stessi, credere nelle proprie capacità e solo in quelle.. perchè non ci è stato
insegnato, perchè non abbiamo avuto la possibilità di essere noi stessi mai,
anche nei nostri errori. Ma dobbiamo cominciare adesso, perchè non è mai troppo
tardi, a costo di essere ripudiati come figli (cosa che francamente trovo
alquanto improbabile e contronatura)!
Ragazzi la vita è una sola!!!! Viviamola!!!!
Un bacio a tutti