birba, anche se non è facile tutta la situazione (e lo so bene), non dare troppe colpe al tuo ragazzo:
le persone che non hanno vissuto questo disagio ti capiranno con una probabilità tendente allo zero; non sanno cosa significa, non conoscono gli sforzi che si fanno per (soprav)vivere in queste condizioni.
Ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo che ti guiderà verso la soluzione a questo problema in maniera graduale:
qui, molti di noi (me compreso, ovvio), ti diranno che devi accettare l'ansia e che puoi controllare gli attacchi di panico ma tu ci prenderesti per stupidi o superficiali se non hai già iniziato un percorso riabilitativo.
E' un concetto facile da capire ma difficile da mettere in pratica:
il panico è una conseguenza di un'interpretazione sbagliata di uno stimolo, che sia un tuo pensiero o una situazione, che crea un'ansia sempre crescente fino alla paura di non controllarsi, di stare male, di morire, etc (leggi attacco di panico).
Accettare l'ansia significa capire che quelle sensazioni\quei sintomi non sono pericolosi e, quindi, non devi temerli al punto di far scattare il panico:
bello a dirsi ma a farsi ci vuole una guida, molto esercizio e una forza di volontà che molti di noi conoscono bene.
Non devi temere l'impegno che dovrai metterci nell'affrontare la situazione:
se hai la forza di sopravvivere agli attacchi di panico hai, sicuramente, la forza di venirne fuori.
Ti abbraccio